L’intervento del dottor Antonello Morgantini, direttore dell’Istituto di riabilitazione Santo Stefano
Da oggi fino al 23 settembre, l’Istituto di riabilitazione Santo Stefano-Kos di Porto Potenza Picena sarà teatro di un importante momento internazionale di formazione per operatori della riabilitazione nell’utilizzo delle tecnologie. In occasione dell’evento arriveranno medici, fisioterapisti, bioingegneri provenienti da una decina di Paesi del mondo (Portogallo, Spagna, Lituania, Uzbekistan, Grecia, Turchia, Romania, Israele, Italia, Polonia).
«Nella settimana della Robotic School – si legge in una nota dell’istituto – arrivata alla sua quarta edizione, i professionisti seguiranno un fitto programma convegnistico, nelle mattinate, mentre nei pomeriggi saranno impegnati con clinic nel corso dei quali verranno mostrati l’utilizzo delle strumentazioni di cui è fornito l’Istituto di riabilitazione Santo Stefano e verranno testimoniati i benefici concreti riscontrati dalla loro applicazione, sia nell’operatività dei professionisti che, soprattutto, nella cura dei pazienti».
Nell’apertura di questa mattina, sono intervenuti anche i presidenti delle due Società Scientifiche Italiane di riferimento in ambito riabilitativo, Mauro Zampolini per la Sirn (riabilitazione neurologica) e Giovanna Beretta per la Simfer (medicina fisica e riabilitativa).
«Il ricorso all’utilizzo della tecnologia robotica in ambito riabilitativo – dice il dottor Antonello Morgantini, direttore dell’Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena – è un’opportunità significativa per il raggiungimento di obiettivi importanti in termini di autonomia e recupero funzionale. La possibilità di modulare frequenza e ripetitività dell’esercizio terapeutico, di impostare attraverso parametri numerici gli obiettivi del recupero e verificare con precisione gli outcome del trattamento rendono questo tipo di presa in carico un nuovo standard per la riabilitazione. Gli strumenti robotici consentono l’esecuzione di esercizi motivanti e coinvolgenti, anche in forma di gioco, nell’ambito dei quali è possibile stimolare e controllare selettivamente strutture e funzioni che successivamente verranno integrate e coordinate in gesti più complessi. La riduzione delle variabili soggettive e l’aderenza all’esercizio configurano la possibilità di valutare l’effettiva efficacia dell’atto riabilitativo, permettendo di apportare correttivi e variazioni in tempo reale, in funzione degli outcome desiderati. Non ultimo, alcune apparecchiature robotiche permettono tramite sostegno o allevio di peso l’esecuzione di attività terapeutiche in fase precoce e per pazienti più compromessi, ottimizzando i tempi di recupero».
Una delle attività di punta, autentica eccellenza dell’Istituto portopotentino, è rappresentata dai percorsi di presa in carico di persone con gravi problematiche neurologiche, sia post traumatiche che degenerative. «Queste persone – continua il dottor Morgantini – hanno un significativo potenziale di recupero se inseriti nel corretto percorso terapeutico, nell’ambito del quale l’attività robotica consente l’esecuzione di attività personalizzate, ripetute e tarate in base al massimo coinvolgimento delle abilità residue e rappresenta un fattore di outcome sicuramente positivo. Studi internazionali infatti avvalorano la tesi che la terapia assistita da robot conduca a miglioramenti di funzione superiori rispetto alla sola terapia convenzionale sia in soggetti subacuti che stabilizzati».
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