Massimiliano Moriconi e Paolo Silenzi
Era stata già fissata la data del 30 novembre come termine ultimo in cui le imprese dovevano riversare le somme inizialmente incluse nel credito d’imposta per gli investimenti aziendali in ricerca e sviluppo. Diverse aziende, in primis manifatturiere, in totale buona fede e affidandosi ad una consolidata interpretazione della norma, avevano inserito nell’agevolazione le spese relative all’attività di ideazione e prototipia. Agenzia delle Entrate però la pensava diversamente, interpretando in modo assai più restrittivo le finalità del bando e chiedendo indietro buona parte delle somme.
La delegazione Cna in visita ad uno stand marchigiano
La Cna si era fatta portavoce di questa incongruenza, sottolineandone l’impatto devastante per alcune realtà del territorio: «Abbiamo chiesto proprio al Ministro di riferimento Adolfo Urso un segnale di attenzione verso quelle imprese che investono regolarmente in innovazione – rammenta Massimiliano Moriconi, direttore Cna Macerata– . Ci sembrava ingiusto il ‘cambio in corsa’ da parte di Agenzia delle Entrate e abbiamo raccolto il drammatico allarme da parte di alcune imprese nostre associate. Il nostro appello – prosegue Moriconi – è arrivato a tutti i livelli istituzionali.
La delegazione Cna Marche al Micam
Grazie al lavoro dei nostri uffici di Cna nazionale ed ai nostri rappresentanti della Cna delle Marche, coordinati dal presidente Paolo Silenzi, siamo riusciti a far comprendere l’incongruenza e venerdì scorso è arrivata la buona notizia. Il Ministro allo sviluppo economico ha firmato un decreto che evita alle imprese la restituzione del credito d’imposta sulle spese sostenute e documentate».
Un sospiro di sollievo per imprese di molti settori ed in particolare per quelle del settore calzaturiero, presenti proprio in questi giorni al Micam di Milano: «Siamo qui insieme ad oltre 100 imprese marchigiane, più di 30 le aziende maceratesi che espongono nei padiglioni della fiera. C’è maggiore ottimismo dopo l’accoglimento da parte del Ministro Urso della nostra proposta, un segnale di ascolto che dà maggior coraggio a tutto il comparto». Ora, per evitare di restituire quanto si ritiene di avere correttamente ricevuto, le imprese dovranno produrre una certificazione in cui confermano gli investimenti fatti per ricerca e sviluppo della loro azienda.
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