L’incontro sulla sanità organizzato a Tolentino da FdI
di Francesca Marsili
Le rassicurazioni sui timori riguardo il mantenimento dei servizi dell’ospedale di Tolentino, di cui si è discusso anche nell’ultimo Consiglio comunale e che preoccupano il sindaco Mauro Sclavi, maggioranza e minoranza di centrosinistra, arrivano dall’incontro di ieri sera sul nuovo Piano socio sanitario regionale promosso da Fratelli d’Italia. «Non esistono atti modificativi della delibera di Giunta del 2016, tutti i servizi descritti nel documento verranno mantenuti, anche dopo la ricostruzione dell’ospedale», ha spiegato Nicola Baiocchi, presidente della Commissione sanità regione Marche, alla domanda posta dal Consigliere comunale Francesco Pio Colosi con l’intenzione «di mettere a tacere notizie false e tendenziose».
Nicola Baiocchi e Francesco Pio Colosi
“La riforma della Sanità: le criticità, le strategie e gli obiettivi”, questo il titolo dell’incontro tenutosi nell’auditorium dell’Assm di Tolentino dove si è parlato essenzialmente dell’indirizzo stampato sul nuovo Piano socio sanitario 2023-2025 che nella prima settimana di agosto dovrà passare al vaglio dell’assemblea legislativa. «Un piano estremamente articolato, rivoluzionario e ambizioso, indirizzato verso il pubblico e più vicino al cittadino – ha evidenziato Baiocchi – partito dall’analisi dei numeri e dei fabbisogni in maniera scientifica, che ci ha restituito la reale domanda sanitaria della popolazione. Durante la stesura abbiamo fatto 120 audizioni ascoltando professionisti e parti sindacali di medici, infermieri, operatori socio-sanitari e psicologi, per cercare di comprendere meglio e capire dove migliorare». Tra i target delineati nelle 195 pagine del Piano: lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione al fianco di strutture minori diffuse su tutto il territorio, l’abbattimento delle liste di attesa per le quali – ha precisato il Consigliere regionale Simone Livi: «Sono stati deliberati circa10milioni di euro per cerare di incentivare le prestazioni e accorciare le liste di attesa». E poi: l’integrazione tra servizi pubblici e privati e, soprattutto, la riduzione della mobilità passiva che, dall’analisi, ha restituito numeri pesantissimi descritti dal Consigliere provinciale Pierpaolo Borroni.
Giordano Ripa
«La mobilità passiva, ovvero l’indirizzarsi dei cittadini fuori regione per farsi curare, genera una perdita di circa 40milioni di euro l’anno – ha precisato -. In sostanza sono più i cittadini marchigiani che vanno fuori rispetto a quanti da oltre regione scelgono le Marche per curarsi. Osservando i dati – ha aggiunto Borroni – nel Pesarese, spesso, ci si dirige in Emilia Romagna. All’opposto, alcune donne abruzzesi vengono ad esempio a partorire a Ascoli. Se riusciamo ad accorciare il gap e a recuperare anche solo 150mila euro l’anno per dieci anni possiamo destinare altre risorse al servizio pubblico. Per fare questo dobbiamo essere attrattivi». Dopo l’azzeramento di Asur e Marche Nord e la creazione delle 5 Ast provinciali, il primo grande passo del Piano, il documento per il prossimi triennio si articola in otto macro aree: si va dal potenziamento dei sistemi di prevenzione e sicurezza sul territorio all’assistenza territoriale, con ampliamento dei servizi di prossimità domiciliare e delle cure intermedie, lo sviluppo dell’assistenza farmaceutica e il potenziamento dei servizi nelle aree disagiate.
Massimo Belveresi
Intervenuto anche il Consigliere comunale di Macerata Giordano Ripa, medico da poco in pensione dopo aver prestato servizio per oltre trent’anni all’ospedale di Macerata. «Ho vissuto la drammaticità con cui è stata governata dalla sinistra la Regione Marche negli ultimi 25 anni, in maniera irresponsabile e scellerata. Sono stati chiusi 14 ospedali e tagliati 900 posti letto; un taglio trasversale dannoso che ha portato la medicina territoriale a sparire. L’idea dell’ospedale unico – ha proseguito Ripa riferendosi a quelli di che la sinistra aveva previsto a Macerata e che il governo Acquaroli ha stoppato – sarebbe stato un ulteriore peggioramento: una cattedrale con attorno il deserto».
Ripa ha poi sottolineato l’importanza delle strutture “Casa della salute” e “Ospedali di comunità” nell’ambito del potenziamento dell’assistenza territoriale. «La prima categoria rappresenta un filtro prima degli ospedali in cui ci saranno medici di base, infermieri e specialisti; una serie di figure per garantire le prime cure ai pazienti e evitare di arrivare al Pronto soccorso. Le Case di comunità rappresenteranno la possibilità per il malato, dopo la fase acuta, di trovare un posto letto per la fase di convalescenza e decongestionare i reparti per acuti. Tutto questo è racchiuso nel piano». Il coordinatore provinciale Massimo Belvederesi: «La sinistra ci accusa che non stiamo facendo nulla – ha chiosato -. Siamo al governo dal 2020 e abbiamo dovuto affrontare la pandemia. La stesura del Piano socio sanitario è partita un anno fa e in cosi poco tempo abbiamo elaborato il Piano per la nuova visione della Sanità regionale che a breve sarà operativo, qualcosa che sembrava impossibile».
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