Il 25 Aprile con Anna Frank,
stupore per la targa provvisoria
Ricordati Annita Pantanetti e Gaetani

CIVITANOVA - Nel corso delle celebrazioni c'è stata l'intitolazione del parco di via Goito all'autrice del Diario, per un errore c'era solo un foglio in formato A4, in attesa della realizzazione della targa definitiva. Tra i protagonisti della giornata Vanda Pagani, staffetta partigiana, vicina al traguardo dei cento anni. Il sindaco Ciarapica ha ricordato il nonno Enrico, deportato in Germania, e ringraziato l'Anpi per la collaborazione nell'organizzazione dell'evento: «Questa ricorrenza deve essere occasione di unione. La pace e la convivenza civile è l'unica strada da percorrere perché guerra e totalitarismi rimangono le peggiori espressioni dell'attività umana»

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La cerimonia a Civitanova
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Le celebrazioni a Civitanova

di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)

Festa della liberazione dal nazifascismo con Anna Frank, il ricordo di Annita Pantanetti e Claudio Gaetani e un paio di  “infortuni” istituzionali: la targa provvisoria per l’intitolazione e il tricolore strappato e sgualcito. A Civitanova il 25 Aprile è stato l’occasione per intitolare il parco di via Goito, di fianco alla chiesa di San Giuseppe, all’autrice del “Diario”. Una cerimonia arrivata al termine delle polemiche sulla toponomastica e seguita a quella di Tatanka Yotanka, Toro Seduto.

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L’intitolazione del parco di via Goito ad Anna Frank

La lunga mattinata di celebrazioni è partita da Civitanova Alta con la deposizione della corona d’alloro al ghetto ebraico ed è proseguita poi nel quartiere Risorgimento dove è stata scoperta la targa. E qui la sorpresa tra lo sconcerto dei più: al posto di una targa un foglio A4 plastificato attaccato ad un palo all’ingresso del Parco. In realtà la targa è provvisoria: a causa di un errore infatti ne era stata fatta realizzare una che però era di dimensioni troppo piccole rispetto al progetto originario e verrà sostituita.

Dopo un passaggio anche al monumento ai caduti, il corteo si è spostato nella sede storica in piazza Gramsci dove il sindaco Fabrizio Ciarapica, alla presenza dell’assessore regionale Filippo Saltamartini, ha celebrato la ricorrenza con l’onore alla bandiera. Ed è subito saltato all’occhio, alzando lo sguardo, la sciatteria di non aver sostituito la bandiera, ormai sdrucita, lisa e sfilacciata per l’usura del tempo.

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Vanda Pagani quasi 100 anni in prima fila alla cerimonia

Ma il vero “monumento” della celebrazione del 25 Aprile, memoria vera e viva è stata la presenza di Vanda Pagani. A pochi mesi dal traguardo dei 100 anni, la staffetta partigiana civitanovese era in prima fila e come una “Madonna” laica veniva visitata in processione dai tanti amici e conoscenti che hanno fatto la spola sulla panchina per salutarla e per scattare una foto insieme a lei.

La celebrazione è stata poi animata dagli interventi: il primo a parlare il sindaco Fabrizio Ciarapica che ha attinto anche al ricordo personale del nonno Enrico, deportato in Germania e ringraziato l’Anpi per la collaborazione nell’organizzazione dell’evento: «La festa della Liberazione deve essere occasione di unione – ha detto Ciarapica – e non di divisione. La pace e la convivenza civile è l’unica strada da percorrere perché la guerra e i totalitarismi rimangono le peggiori espressioni dell’attività umana. Mi rattrista ancora pensare al racconto che faceva mio nonno Enrico deportato in Germania. Non l’ho mai detto prima in altre occasioni, ma mi raccontava che, dopo essere riuscito a sopravvivere era tornato e pesava appena 36 chili. Il suo ricordo rimarrà vivo. E mentre i testimoni diretti di quanto accaduto se ne stanno andando è giusto e doveroso salvarne la memoria». Il primo cittadino ha voluto poi ricordare Annita Pantanetti, storica presidente dell’Anpi di Civitanova e suo figlio Claudio Gaetani che alla sua morte ne prese le redini e anche lui scomparso l’8 settembre, proprio come la mamma Annita. Per loro il Comune ha fatto realizzare una targa, donata all’Anpi al padre di Claudio e marito di Annita, l’avvocato Gaetani e a Tasha Vulgara, compagna del compianto regista.

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Francesco Peroni con la targa in ricordo di Annita Pantanetti e Claudio Gaetani

Francesco Peroni presidente dell’Anpi ha ricordato come questa sia «una giornata simbolo della libertà ritrovata e di giustizia sociale e pace dopo anni di violenza. La lotta partigiana condotta con un  fronte ampissimo ha trasformato l’Italia in una Repubblica democratica. Il 25 aprile deve essere la festa di ogni italiano».

Ieri l’Anpi ha ricordato le vittime civitanovesi sepolte al sacrario del cimitero di Civitanova deponendo una corona e oggi, in occasione delle celebrazioni Peroni ha consegnato ad una familiare la tessera ad honorem dell’Anpi: «suo padre è morto mentre la teneva in braccio e siamo orgogliosi di donare questa tessera in ricordo di quel sacrificio. Queste persone ci indicano la via: stare dalla parte della libertà e del rispetto altrui».

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Vito Carlo Mancino

Fuori di retorica, puntuale e come sempre tagliente e capace di risvegliare le coscienze l’intervento di Vito Mancino dell’Anpi: «Si dice sempre “sarò breve”, ma a forza di essere brevi sulla Resistenza si è finito per non sapere più niente – ha esordito – ogni anno stessa storia e ogni anno un po’ peggio. L’assalto alla giornata simbolo della Resistenza è ormai una stanca tradizione. Il 25 Aprile dovrebbe essere semplicemente la festa della Liberazione dal nazifascismo, la festa di tutti. Ancora oggi per una parte consistente di italiani è invece una festa comunista o di sinistra. Parlare del 25 Aprile come festa di tutti non è mai stato un fatto scontato. La scelta tra nazifascismo e democrazia non è e, non deve essere, una scelta tra destra e sinistra, ma tra civiltà e barbarie». Mancino ha poi ricordato come anche in alcuni politici e dirigenti oggi si faccia fatica a dichiararsi antifascisti: «il problema vero forse è che la destra italiana tuttora non si riconosce appieno nei valori costituzionali. Non è quindi la festa di una vaga generica libertà slegata dalla giustizia sociale come qualche distratto politico di centrodestra ciclicamente prova a raccontare.

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La bandiera sdrucita di piazza Gramsci

Non ci sarebbe stata libertà viva senza quel senso di affrancamento dal fascismo. Pertanto non è folklore, è memoria. Ma anno dopo anno purtroppo sembra quasi che questa memoria diventi più fragile e che la si festeggi con un assurdo schema da “par condicio”. Giorgio Bocca diceva che “la metà degli italiani è fascista”. Forse non è più vero, forse ormai metà degli italiani semplicemente non è antifascista. Un problema ugualmente grave visto che anche la seconda carica dello Stato ha più volte dichiarato orgogliosamente di non esserlo neppure lui. Trenta anni fa solo una destra estrema e inguardabile attaccava questa giornata, ora è in buona compagnia e vengono anche messi sullo stesso piano nazifascisti e partigiani “perché bisogna ricordare i caduti di tutte le nazioni” secondo il messaggio rivolto agli studenti proprio da parte del provveditore regionale delle Marche (Ugo Filisetti ndr oggi in pensione). Una memoria condivisa insomma, ma noi non abbiamo nulla da condividere con i fascisti di allora e con quelli che ancora oggi si definiscono tali».

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La conclusione della celebrazione con la lectio di Angelo Ventrone

La giornata si è poi conclusa in sala consiliare dove il docente di Storia dell’università di Macerata Angelo Ventrone ha tenuto una lezione sul ruolo della Resistenza per la nascita della democrazia: «La funzione morale della storia – ha detto –  è quella di riuscire a raccontarci e a renderci consapevoli delle possibilità alternative che si sono presentate nel nostro paese. Dirci come al di là dei condizionamenti dentro di noi ci sia sempre uno spazio di libertà. Pertanto solo rileggendo gli articoli della Costituzione si può avvertire il senso pieno delle sue affermazioni e capire come realmente sia stata concepita e costruita come compromesso tra forze politiche di orientamento diverso ma con il comune obiettivo di riuscire a rispondere adeguatamente agli orrori dei totalitarismi. E di evitare che si ripetessero». 

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La deposizione della corona a Civitanova Alta

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Lo scoprimento della targa nei giardini di via Goito

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Civitanova Alta

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Al parco Anna Frank

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in piazza Gramsci

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Francesco Peroni, Fabrizio Ciarapica e la figlia di un civitanovese trucidato a cui è stata consegnata la tessera Anpi ad honorem

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica, l’assessore regionale Filippo Saltamartini e il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani

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