L’omaggio a Giorgio Zampa,
scoperta l’epigrafe col suo nome.
Sgarbi: «Ora il Premio Salimbeni»

SAN SEVERINO - Cerimonia col sottosegretario alla Cultura per l'intitolazione di un largo al giornalista e germanista. Presente anche la figlia: «Ogni angolo di questa città è un ricordo di lui»

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La cerimonia con Vittorio Sgarbi, Giovanna Zampa e Rosa Piermatte

Una epigrafe, in un piccolo largo che apre alla vista su piazza Del Popolo, luogo simbolo di San Severino, finalmente porta il nome di Giorgio Zampa. Lo scrittore e critico letterario era nato proprio a San Severino il 24 febbraio 1921 e morto il 13 settembre 2008, docente all’Università di Firenze e Urbino, collaboratore del Corriere della Sera, della Stampa, del Giorno, dell’Espresso, Panorama, Domus, di Atlante e del Giornale Nuovo di Indro Montanelli di cui fu inviato e tra i fondatori. A scoprire la targa il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, il sindaco, Rosa Piermattei, la figlia del giornalista e germanista, Giovanna Zampa, l’ex primo cittadino settempedano Adriano Vissani. Presenti alla cerimonia anche il viceprefetto, Emanuele D’Amico, il soprintendente di Marche sud, Giovanni Issini, l’arcivescovo emerito di Ancona Osimo cardinale Edoardo Menichelli, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, l’assessore alla Cultura e vice sindaco, Vanna Bianconi, quello al Patrimonio, Sara Clorinda Bianchi, il consigliere comunale Tiziana Gazzellini.

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Lo scoprimento della targa

«Giorgio Zampa è stato un settempedano illustre, forse il primo del Novecento, e dedicargli questo largo, che è un largo del cuore, era cosa necessaria. E’ giusto che questa lapide lo faccia ricordare a quanti, passanti distratti, vedano nel nome di Zampa il riferimento all’anima viva di San Severino e dell’arte italiana». Così Sgarbi, poco prima lo scoprimento dell’epigrafe. Il sottosegretario di Stato alla Cultura ha subito dopo annunciato: «Questo momento è una riparazione a cui io stesso ho cercato di collaborare ma, soprattutto, la riparazione per la quale ho chiamato anche il soprintendente e il prefetto è che da questo momento si possa segnare la rinascita del Premio Salimbeni che è un dovere e su questo non credo che il ministero abbia difficoltà particolari. Ciò significherà indicare con il nome di San Severino la gloria della ricerca di uno studioso oltre che far venire studenti e vedere le loro opere».

Tra i tanti meriti, infatti, Giorgio Zampa, ha quello di aver dato vita, insieme a due dei maggiori storici dell’arte d’Italia, Federico Zeri e Pietro Zampetti, al Premio Lorenzo e Jacopo Salimbeni per la storia e la critica d’arte. Correvano gli inizi degli anni ‘80. Lo scopo, come disse lo stesso Zampa in un’intervista, era quello di «far rifiorire quei caratteri di fierezza e finezza, di autonomia, di energia e bellezza della San Severino città d’arte, un tempo rigogliosi», che però negli anni si erano attenuati. «Adesso – ha spiegato ancora Sgarbi pubblicamente – occorre che portiamo avanti l’impresa di Zampa e la sua opera che significa opera per San Severino, opera per l’arte e per quella che è una Capitale dell’arte. Per fare diventare quello che oggi San Severino è, Zampa ha combattuto la sua vita per cui è il primo cittadino di questa città nel Novecento come la persona più consapevole della storia, della verità e della forza dell’arte per collegarci agli uomini e a Dio».

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La presentazione a teatro del libro di Sgarbi su Canova

La giornata, pensata in occasione del centenario dalla nascita di Zampa, ma rimandata causa Covid è stata una festa di paese e di città per un figlio davvero illustre. «Zampa è stato non solo un cittadino illustre, ma un illustre cittadino – è intervenuta, portando il saluto della comunità il sindaco, Rosa Piermattei – che ha deciso di donare molte delle sue opere alla città, che oggi ne rimpiange la grandezza ma, soprattutto, ne ricorda la grandissima personalità. Questa epigrafe ricorderà per sempre la sua figura e mi piace pensare che chi passerà di qui, senza sapere chi fosse Giorgio Zampa, da oggi ne avrà almeno coscienza». A ringraziare, a nome della famiglia Zampa, è stata Giovanna Jörgensen Zampa, figlia del giornalista e germanista, arrivata da Stoccolma insieme alle figlie per prendere parte alla cerimonia organizzata dal Comune: «Sono qui con i miei cari perché so bene quanto amore mio padre provasse per San Severino. Questo amore era più grande di tutto. Nella sua stessa maniera anche io torno qui ogni volta che posso, ogni angolo di questa città è un ricordo di lui. Lo rivedo sempre con il libro in mano».

La giornata dedicata a Zampa si è infinte conclusa, al teatro Feronia, con la presentazione del libro di Sgarbi “Canova e la bella amata”, un vero e proprio viaggio dove il critico d’arte ha mostrato la grandezza e l’unicità di Canova, lo scultore e pittore italiano autore di capolavori unici come l’abbraccio di Amore e Psiche, esposto in Francia al museo del Louvre di Parigi.

 

 

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