Carabiniere sotto accusa per calunnia e falsa testimonianza, assolto. Imputato il militare Roberto Di Leo, 55 anni. Oggi la sentenza al tribunale di Macerata. I fatti contestati al militare riguardavano una relazione di servizio (all’epoca lavorava a Civitanova) redatta il 20 febbraio 2015 e una seconda del 28 ottobre 2016 in cui avrebbe dichiarato, per l’accusa (pm Francesca D’Arienzo) contrariamente al vero, di non avere sottoscritto il verbale a sommaria informazione di una persona sentita come testimone, il 19 aprile 2013, nel corso di una indagine per spaccio di droga.
L’avvocato Pietro Siciliano
E avrebbe accusato un brigadiere di aver formato un atto con la sua firma falsa (secondo l’accusa la firma era di Di Leo, questo anche in base a due perizie grafologiche). A questo punto era stata avviata una indagine a carico del collega che si era chiusa con l’archiviazione. Secondo l’accusa la firma era di Di Leo. Inoltre, continua l’accusa, il militare avrebbe deposto il falso nel corso di una causa civile che era stata intentata contro il brigadiere, disconoscendo la firma sul verbale e negando di aver partecipato ad una perquisizione il 23 marzo 2013, sempre legata all’indagine per spaccio. Di Leo, difeso dall’avvocato Pietro Siciliano, ha sempre contestato gli addebiti. Al processo si era costituito parte civile il brigadiere che sarebbe stato calunniato, assistito dall’avvocato Simone Santoro.
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