I partner del progetto hanno presentato questa mattina l’iniziativa in Comune
Restituire ai ragazzi e alle ragazze la relazione “reale”, in una fase epocale di digitalizzazione, mettendo a sistema il dialogo (fra generazioni diverse) e attraverso una “progettazione partecipata” per la creazione di un modello di comunità educante integrato, stabile, multidimensionale e inclusivo. E’ questo l’obiettivo di Di.Gi.Tal Min.d.s, il progetto presentato questa mattina nell’auditorium della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti a Macerata.
I partners del progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (valore totale di 104.999,99 euro) non hanno mancato l’appuntamento di avvio lavori per poter offrire il loro prezioso contributo al patto di “Comunità Educante” guidato da Il faro sociale. Presenti all’appello: Associazione Piombini- Sensini, Ircr Macerata, Human Foundation, Comune di Macerata, Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”, l’ISS “M. Ricci” e il Liceo Classico “G. Leopardi” di Macerata.
«In una realtà pandemica e di transizione digitale, di che cosa hanno veramente bisogno i ragazzi e le ragazze? Questa è la domanda che ci siamo posti quando abbiamo cominciato a pensare al progetto – afferma Marcello Naldini, presidente della Società Cooperativa Sociale e artefice del progetto – Osservando il comportamento dei giovani in un momento storico particolare, e interrogandoci nei tavoli di lavoro con i partner di progetto, ci siamo orientati sulla proposizione di attività a supporto della costruzione di una comunità educante».
Evocativo il titolo coniato dall’Ufficio Progetti della Cooperativa Il Faro, ovvero Di.Gi.Tal Min.d.s?, acronimo ricavato dai vocaboli cardine del progetto: “DIsagio GIovanile (e) TALenti: MINori Digitalizzati (o) Socializzazione?”.
«Il Comune di Macerata è lieto di partecipare a questo ambizioso progetto rivolto alla cittadinanza – è intervenuta Francesca D’Alessandro, vicesindaca e assessora alle Politiche sociali del Comune di Macerata – Ci rende particolarmente orgogliosi il fatto di poter contribuire attivamente al benessere della collettività con azioni concrete, mirate a dare risposte a quei bisogni immateriali che difficilmente possono essere soddisfatti in maniera individuale e che solo una solida Comunità Educante può esaudire brillantemente. Oggi più che mai si ha bisogno di recuperare il senso vero delle relazioni e di quei legami solidi che consentono una crescita piena. I giovani hanno bisogno di vivere nel mondo reale avvalendosi, sì anche delle nuove tecnologie, ma come uno strumento utile anche per future inserimenti lavorativi, ma che mai si possono sostituire a quello che è connaturale nell’essere umano, ovvero il vissuto in termini di emozioni, empatia e legami». A seguire sono intervenuti i membri del Patto di Comunità Educante.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati