Valorizzazione del made in Italy,
imprenditrice di Visso premiata a Torino

TOP - Menzione speciale alla giovanissima Ginevra Coppacchioli per l'attività della sua azienda che sorge a Cupi. Il riconoscimento nell'ambito del progetto di Intesa Sanpaolo dedicato alle pmi italiane d’eccellenza: ha recuperato un antico vitigno, il Cupatto, pecorino autoctono della zona la cui produzione si era perduta

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Ginevra Coppacchioli

Alessandra e Ginevra, siete imprenditrici vincenti. C’è un filo rosso che passa per l’Appennino e unisce Sassocorvaro, nel pesarese, a Cupi di Visso, in provincia di Macerata. È la qualità di due realtà marchigiane, l’azienda agricola Cau & Spada e la Cantina Coppacchioli Tattini, riconosciute da Imprese Vincenti, il progetto di Intesa Sanpaolo dedicato alla valorizzazione delle pmi italiane d’eccellenza.

Lo rende noto Coldiretti Marche all’indomani della tappa del premio dedicata all’Agribusiness che si è tenuta ieri a Torino. Alessandra Spada è stata premiata per la qualità di una produzione che ha saputo mantenere l’intero ciclo produttivo interno: dal filo d’erba che l’animale bruca alla vendita finale. Allevamento, coltivazioni biologiche e un caseificio agricolo che ha saputo investire in innovazione, sostenibilità, benessere animale riuscendo anche a conquistare i mercati esteri, soprattutto in Francia e Regno Unito.

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Alessandra Spada

Alla giovanissima Ginevra Coppacchioli è andata invece una menzione speciale “Per il particolare legame con il territorio, la valorizzazione del made in Italy e l’introduzione di innovazione”. La sua azienda sorge a Cupi, frazione a circa 1000 metri sul livello del mare del piccolo comune di Visso (994 abitanti totali), uno dei luoghi più danneggiati dal terremoto del 2016 e prima ancora da quello del 1997.

Qui con forza, determinazione, pazienza e una buona dose di coraggio ha preso forma l’idea di recuperare un antico vitigno: il Cupatto. Si tratta di un Pecorino autoctono della zona la cui produzione si era perduta ed è stata ripresa per riportare in bottiglia il “vino più alto (inteso come altitudine, ndr) delle Marche”. Un progetto che sembrava impossibile. Per il quale Ginevra e la sua famiglia sono stati additati come pazzi.

Ma non di follia si tratta, quanto di amore e devozione sconfinata verso questo piccolo paese chiamato Cupi. Il vigneto rappresenta il desiderio di onorare la tradizione, di raccontare una storia. Di resistere con tenacia e portare avanti la passione e il sogno attraverso il duro lavoro. «Un gran bella soddisfazione per le imprenditrici, per le loro famiglie ma anche per quelle aree interne e marginali che riescono a essere protagoniste grazie alla loro bellezza, alle loro tradizioni e al lavoro tenace di eroi ed eroina della terra», commentano da Coldiretti Marche.

 



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