L’incontro
di Monia Orazi
Nuovo ricorso al Consiglio di stato per la chiusura del punto nascita di San Severino, avvenuta nel marzo 2016, la proroga di un anno al medico Sergio Giorgetti per l’hospice, la richiesta di attivazione del servizio di assistenza domiciliare ai malati di cancro coordinato da Benedetta Ferretti: sono queste le richieste principali all’Area vasta 3 emerse dall’incontro del Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino, tenutosi ieri sera.
«Presenteremo ricorso al Consiglio di stato, contro la chiusura del punto nascita di San Severino. È una decisione che abbiamo assunto all’unanimità. Anche se ormai nutriamo poche speranze, abbiamo deciso di fare questo tentativo ulteriore», spiega il presidente del comitato avvocato Marco Massei.
«Chiediamo attenzione per l’ospedale, che come diceva sempre il nostro fondatore e presidente Marco Marchetti, non è fatto solo di muri, ma soprattutto di persone. È una struttura tutto sommato efficiente, con reparti di eccellenza, quando si sa che qualcuno sta per andare in pensione, va previsto in anticipo il turn over per sostituirlo e le attrezzature ormai obsolete vanno rinnovate, altrimenti i servizi si bloccano», ha aggiunto il presidente. Sarà avanzata la richiesta di permettere il Sergio Giorgetti, ex direttore dell’hospice di San Severino, di restare al lavoro un altro anno, fino a quando non sarà trovato un sostituto.
Sergio Giorgetti
Giorgetti è in pensione da diverso tempo, ma è tornato al lavoro fino alla fine di dicembre 2022, con un contratto part time di 16 ore settimanali. Spiega Massei: «Ancora non è stato nominato il sostituto di Giorgetti all’hospice, se il suo contratto non sarà prorogato per almeno un altro anno dopo il prossimo 31 dicembre, il reparto resterà sguarnito. Per questo, come già avvenuto per altri medici a cui è stato permesso di rimanere in servizio anche dopo la pensione, chiederemo che possa rimanere per evitare disagi nella funzionalità di questa struttura, preziosa per tutto il territorio».
Il comitato denuncia anche la mancata attivazione del servizio di assistenza oncologica domiciliare, fornito dall’Area vasta 3 in collaborazione con Iom (istituto oncologico marchigiano).
«Ci risulta – spiega Massei – che il servizio di assistenza domiciliare oncologica sia stato attivato nel comune di Macerata. A San Severino chiediamo al distretto sanitario che è competente sul tema di attivarsi, individuando locali idonei ad ospitare il servizio e fornendo le informazioni necessarie ai medici di base, che sono gli anelli necessari a far partire il servizio».
Un altro problema segnalato riguarda l’unità multidisciplinare dell’età evolutiva, dove lavorano insieme psicologo, logopedista ed esperto in psicomotricità. Di recente è andata in pensione Lorena Reale psicomotricista, i piccoli pazienti sono stati dirottati al Santo Stefano di Tolentino, con disagi per loro e le famiglie in orario scolastico. Il comitato ha chiesto di mantenere il servizio a San Severino. Chiesto anche alla direzione dell’area vasta tre di rinnovare il “parco mezzi” della radiologia dell’ospedale dove la risonanza magnetica ha vent’anni, l’ecografo di maggiori dimensioni ed il telecomandato 15 ciascuno. Sul fronte del servizio analisi andranno in pensione alcuni impiegati e se non saranno sostituiti, ci saranno ripercussioni sulla funzionalità del servizio, ha denunciato il comitato settempedano.
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