Non accetta la fine della storia con la sua ex ed è geloso dell’amicizia che la donna ha con una sua amica, ritenendola responsabile della fine della loro relazione. Così, nella stessa sera, prima le danneggia l’auto e poi fa esplodere un ordigno rudimentale di fronte alla sua abitazione. E’ stato arrestato dalla Squadra Mobile di Fermo un 38enne residente nel Maceratese. I fatti sono avvenuti lo scorso 20 settembre in via Mameli a Porto Sant’Elpidio. Le indagini, coordinate dalla Procura di Macerata, hanno anche rivelato che la ex compagna del 38enne, terrorizzata dai comportamenti dell’uomo, non ha mai denunciato di essere vittima di stalking dal termine della loro relazione, che si è conclusa l’anno scorso.
Ma andiamo con ordine. Intorno alle 21 del 20 settembre scorso una ragazza, che aveva parcheggiato la sua auto fuori casa, è uscita in strada e si è accorta che qualcuno aveva infranto il finestrino del veicolo. La giovane, dopo aver controllato che non fosse stato sottratto nulla dalla vettura, è rientrata nella sua abitazione. Dopo circa venti minuti lei, la sua famiglia e migliaia di persone che abitano nella zona hanno sentito un forte boato. Con la deflagrazione di quella che all’inizio sembrava una bomba carta, avvenuta all’esterno della casa della ragazza, si sono rotti alcuni vetri delle abitazioni, danneggiati marciapiedi e una cabina di gas e luce, rischiando di causare danni ben più gravi. Sul posto sono subito intervenuti gli uomini dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, la Squadra Mobile, la polizia scientifica, i vigili del fuoco, personale del nucleo artificieri di Ancona. E’ stato stabilito che quello esploso era invece un ordigno rudimentale, verosimilmente un manufatto artigianale, assemblato con una elevata quantità di esplosivo. Così, i poliziotti intervenuti sul posto hanno subito raccolto numerose testimonianze di vicini e di potenziali testimoni. I due atti intimidatori sono apparsi entrambi indirizzati alla medesima persona, la giovane proprietaria dell’auto danneggiata.
E’ dalle immagini registrate dai numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati di Porto Sant’Elpidio che gli investigatori della Squadra Mobile hanno verificato che nell’arco temporale compreso tra la fase precedente il danneggiamento e l’esplosione era transitata numerose volte una vettura, usata da una persona già nota alla polizia per reati contro la persona, contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti. Lo stesso uomo, infatti, a bordo della sua auto, era transitato per l’ultima volta nella via dell’esplosione pochi secondi dopo la deflagrazione dell’ordigno, dopodiché ha lasciato il comune di Porto Sant’Elpidio per rientrare nella sua provincia di residenza, Macerata. Gli investigatori sono riusciti anche a vederlo in volto durante una sosta che ha effettuato nella città costiera. Così, gli inquirenti hanno convocato la ragazza che, però, ha dichiarato di non conoscere quell’uomo. Le indagini sono proseguite verificando amicizie, colleghi, rapporti della giovane. Sono state verificate le posizioni di alcune persone con le quali la giovane aveva discusso. E’ stata scandagliata la vita della ragazza, i suoi contatti, le sue frequentazioni, valutando ogni pista. E alla fine è emerso che l’unico collegamento con l’attentatore era una sua ex collega, che aveva avuto una relazione amorosa finita male con il sospettato.
I poliziotti hanno così convocato questa ragazza. Interrogata sui suoi rapporti con l’uomo, ha raccontato di una storia finita male ma ha fatto difficoltà ad aprirsi. Gli inquirenti hanno cercato di instaurare un rapporto di fiducia con lei, cercando di trasmetterle sicurezza, di superare il muro che lei frapponeva con la Polizia. Tanto che la ragazza è stata convocata più volte e non ha raccontato mai tutta la verità che verrà scoperta visionando il suo cellulare. L’uomo, infatti, non accettando la fine della loro relazione avvenuta l’anno scorso non aveva mai smesso di chiamarla, di inviarle messaggi continui, in una occasione si era anche sostituito a lei creando un falso account su un sito internet a suo nome. Alla fine la giovane ha confessato di essere stata anche pedinata attraverso l’uso di strumenti elettronici, con un gps. Grazie all’analisi del cellulare gli inquirenti hanno così scoperto che l’uomo aveva una forte avversione nei confronti della ragazza di Porto Sant’Elpidio probabilmente perché affetto da una insana e insensata gelosia dell’amicizia delle due giovani o perché attribuiva alla giovane elpidiense la fine della loro storia.
La ragazza vittima di stalking, terrorizzata, non ha mai voluto sporgere querela per la paura di ritorsioni, spaventata dal fatto di potersi ritrovare nella stessa condizione di una sua coetanea, anche lei una ex fidanzata dell’uomo, anche lei vittima di un grave stalking da parte di quest’ultimo che è già stato condannato in primo grado per atti persecutori. Così il Gip, analizzando le risultanze dell’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Fermo e coordinata dalla Procura di Macerata, ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 40enne. L’attività di indagine condotta in poco più di un mese ha permesso di assicurare alla giustizia il responsabile di un reato gravissimo come lo stalking ricompreso nel “Codice Rosso” e dell’esplosione di un potente ordigno che aveva destato enorme allarme sociale a Porto Sant’Elpidio e nella provincia di Fermo. «In questo mese di novembre, in cui si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tale risultato raggiunto è la testimonianza concreta che in queste situazioni occorre denunciare – le parole del questore Rosa Romano – affidarsi alle forze dell’ordine e farsi proteggere, perché come dimostrato in questa occasione vi è una perfetta sinergia tra le istituzioni».
(redazione CM)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati