I ragazzi della scuola Da Vinci con l’assessore Barbara Capponi
di Laura Boccanera
Sotto una pioggia battente 300 ragazzi delle scuole di Civitanova cantano l’inno nazionale per la Festa dell’unità nazionale e delle forze armate. Celebrati anche in città i festeggiamenti del 4 novembre ai monumenti ai caduti della città alta e a quello di piazzale Italia per poi concludere in piazza XX Settembre.
Dopo le deposizioni delle due corone d’alloro da parte delle autorità civili e militari, iniziate nei luoghi simbolo della memoria in viale della Rimembranza e al monumento ai Caduti la celebrazione si è spostata in piazza XX Settembre dove sotto il loggiato di Palazzo Sforza c’è stato anche lo scoprimento della lapide ideata e realizzata dal maestro Ermenegildo Pannocchia, scultore e insegnante di Belle Arti. Un monumento voluto lo scorso anno in occasione del centenario del milite ignoto e che era stato presentato in anteprima dall’ex presidente del consiglio Claudio Morresi. A condurre la cerimonia il presidente del consiglio, Fausto Troiani accompagnato dall’assessore ai servizi sociali Barbara Capponi, assente perché invitato alla cerimonia provinciale il sindaco Fabrizio Ciarapica.
Il primo intervento è stato quello del presidente del consiglio Troiani che ha anche portato il saluto del sindaco in cui Ciarapica oltre a ricordare il significato di questa giornata si è soffermato sui principi che ispirano questa festa «che oggi più che mai hanno un grande valore per le giovani generazioni, poiché non c’è futuro senza il ricordo e il ringraziamento verso chi ha perso la propria vita in difesa dei valori della nostra Patria e la costruzione della nostra democrazia». Il sindaco nel suo messaggio ha proseguito con uno sguardo preoccupato all’attualità. «E’ questo un giorno particolare per l’Italia che sta attraversando un momento molto difficile dovuto a una crisi economica aggravata dalla pandemia, dal caro energia e delle materie prime, del rincaro del carrello della spesa ed, infine, di un conflitto in atto alle porte della nostra Europa che preoccupa tutto il mondo e che tutti auspichiamo cessi il prima possibile. La parola unità nel 2022, appare quanto mai attuale e deve concentrarsi, da parte di tutto il mondo, nella stessa direzione che è la pace».
Troiani nel suo discorso ha anche ricordato il milite ignoto cui è stata dedicata la nuova lapide: «Il primo pensiero – ha dichiarato Troiani – è per tutti quegli uomini e tutte quelle donne che hanno sacrificato la propria vita per l’Italia. A loro va la nostra eterna gratitudine ed il nostro commosso ricordo. La memoria è, dunque oggi, un tributo di riconoscenza che dobbiamo ai tanti padri di famiglia caduti, a chi ha lasciato le proprie case e a tante donne che furono chiamate a occuparsi di famiglia e figli, a badare al lavoro, e a far fronte a responsabilità immani». E ha rivolto ai giovani l’invito a rileggere la costituzione: «C’è un messaggio forte e chiaro, l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ripudiare la guerra vuol dire vincere l’egoismo umano. Conquistare la libertà e la pace significa consolidare ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, il rispetto per la vita, per la democrazia, il rispetto per gli altri, l’aiuto per i più deboli. Non dobbiamo mai perdere lo spirito di unità e collaborazione».
Il presidente del consiglio Fausto Troiani presso il monumento ai caduti
Conclusioni affidate all’assessore Barbara Capponi: «Il 4 novembre commemoriamo l’unità, celebriamo chi ha lasciato delle tracce. Per questo – ha aggiunto con lo sguardo rivolto agli studenti presenti – vi invito, attraverso il vostro talento, a pensare sin da oggi, a cosa significhi unità per voi e a come costruire quella traccia che vorrete lasciare per voi stessi e per gli altri». Terminati gli interventi istituzionali è stata la volta degli studenti – circa 300 – che molto coinvolti e preparati hanno presentato i loro lavori e letto brani di storia e letteratura legati alla Giornata del 4 Novembre e al suo ricordo. In rappresentanza di tutte le scuole civitanovesi hanno partecipato e preso la parola gli studenti dell’istituto comprensivo Regina Elena, dell’istituto comprensivo via Tacito, dell’istituto comprensivo Sant’ Agostino, dell’istituto superiore Bonifazi, dell’istituto professionale Corridoni, dell’Itcg Corridoni e del Liceo Da Vinci. La Cerimonia è stata condotta dal Colonnello Nicola Ciccarelli, già presidente dell’associazione nazionale bersaglieri. All’iniziativa hanno partecipato oltre all’Anc nche l’unione nazionale ufficiali in congedo, l’associazione nazionale finanzieri, l’associazione nazionale alpini, l’associazione nazionale polizia di stato e l’associazione nazionale marinai d’Italia.
Lo scoprimento della targa dedicata al milite ignoto
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E’ positivo che i giovani ricordino i morti per la Patria, di cui solo una minima percentuale credeva nella guerra giusta. Invece, come i comici di ieri, quelli di oggi ci stanno portando ad una guerra programmata da psicotici che nulla ha a che vedere con il popolo italiano, salvo i soliti fanatici e i nostri produttori di armi. Auguro a tutti noi, amanti della pace, che il Governo Meloni imponga al resto dell’Europa ciò che ordina la nostra Costituzione in merito alla guerra. Dietro ordini esteri ci siamo messi in un conflitto da precedenti risvolti molto oscuri, sia dall’una all’altra parte dei contendenti. Sento che gli USA forniranno le basi Nato in Europa e in Italia di ordigni nucleari ancora più perfezionati. Dicono: per terrorizzare la Russia. Ma nulla si fa perchè le armi si fermino e ci si sieda ad un tavolo delle trattative. C’è stato il solito furbastro che esce dall’ombra e si ricuce sul volto la caricatura del condottiero. Ma ciò avviene sulla pelle di tanti che non vorrebbero andare a combattere. Come nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, dove solo qualche esaltato inneggiava all’entrata in guerra dell’Italia per andare in soccorso del “vincitore” nazista, arrivato a Parigi. Colui che ha portato l’Italia al massacro ha poi pagato duramente la sua pazzia. Potremo oggi fare qualcosa solo se il nostro karma – il destino che ci siamo creati con le nostre azioni malvagie, comprese quelle che i nostri precedenti governi hanno favorito – non ci costringerà ad una distruzione di massa con l’atomica russa, o ad una distruzione parziale con i missili russi. Comunque, tentare di essere portatori individuali di pace – iniziando da qui, da noi, e tra di noi italiani – è un obbligo etico a cui dovremmo tutti essere chiamati. Ho vissuto un po’ di Seconda guerra mondiale per sapere che improvvisamente ci si sveglia al suono delle sirene d’allarme e che si assiste al bombardamento di una Macerata inerme da parte degli anglo-americani liberatori.