La premiazione di Giorgia Paparelli
È stata Giorgia Paparelli, laureatasi in Filologia umanistica sotto la direzione della docente Silvia Fiaschi nel luglio scorso con una tesi dal titolo “Boccaccio nelle Marche: percorsi di tradizione e di ricezione fra Tre e Quattrocento”, ad aggiudicarsi quest’anno il prestigioso premio per la miglior tesi di laurea magistrale dell’ente mazionale Giovanni Boccaccio. La cerimonia di conferimento si è svolta venerdì 9 settembre, nella cornice medievale di Certaldo Alto, nella Casa del Boccaccio, sede dell’Ente promotore, al termine delle giornate di studio “Intorno a Boccaccio, Boccaccio e dintorni”. A sovrintenderla è stato il presidente Stefano Zamponi.
Il lavoro, premiato dalla Giuria per «l’originalità, il carattere fortemente innovativo, e le prospettive di indagine che sollecita» – come dichiarato nelle motivazioni lette da Giovanna Frosini -, affronta un campo mai esplorato prima, individuando nelle Marche un territorio culturale significativo per la tradizione e la ricezione dell’autore nello snodo cronologico cruciale dei secoli XIV e XV.
Giorgia Paparelli e la prof Silvia Fiaschi
«Sono onorata per questo premio. Per me è stato un banco di prova, una grande opportunità, anche per ‘illuminare’ con la ricerca la mia terra – ha detto Giorgia Paparelli al momento della proclamazione, ringraziando l’Ente Boccaccio, il presidente, la giuria, e aggiungendo – Sono grata alla professoressa Fiaschi, che mi ha proposto questa tesi, per la fiducia, il sostegno, l’aiuto; per gli insegnamenti e gli stimoli che mi ha trasmesso, prima nelle aule dell’Università, poi direttamente sul campo, nelle tante sedi di conservazione dove abbiamo lavorato insieme. È un premio che condivido con lei».
Fra le sedi coinvolte nell’indagine figurano, ad esempio, la Biblioteca Spezioli e la Biblioteca De Angelis di Fermo, l’Oliveriana di Pesaro, la Biblioteca Benedettucci di Recanati, la Federiciana di Fano.
«È un riconoscimento importante – commenta Fiaschi – che fa onore al Dipartimento di Studi Umanistici e a tutto l’Ateneo. Sono felice e orgogliosa che sia andato a una persona seria, appassionata e umile; a un progetto originale e di grande impatto; e che tutto ciò sia avvenuto in seno alla Filologia umanistica, disciplina vitale per la ricerca, che con il rigore del metodo e il carattere innovativo delle sue prospettive di indagine può individuare e suggerire percorsi inesplorati, capaci di valorizzare il nostro territorio attraverso il progresso della conoscenza scientifica».
«La Filologia umanistica – conclude Fiaschi – in ottemperanza a uno dei principi fondanti dell’Umanesimo, risponde anche a un dovere civile: quello della tutela, attraverso la ricerca, del patrimonio librario antico, di cui la nostra Regione è ricchissima, ma che necessita di maggiori investimenti in termini di mappatura, conservazione e catalogazione, che possono scaturire una collaborazione forte e mirata fra l’Università e gli altri enti nazionali e locali preposti allo scopo. Idee e risorse umane ci sono: è tempo di operare».
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