«Cinquant’anni dopo
siamo sempre gli alunni della 5A»

MACERATA - Reunion degli ex studenti della IV Novembre che hanno preso la licenza elementare nel '71/72: «E' incredibile come nonostante il vissuto differente di ognuno ed il tempo trascorso, trovarsi e parlare risulta facile come se fossimo ancora nel cortile dietro la scuola»

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Gli alunni della 5A 50 anni dopo

«In un’epoca però strana come la nostra, dove si “parla” quasi esclusivamente sui social, dove il concetto di amicizia è particolare, si è amici su Facebook però se ci si incrocia per strada non ci salutiamo neanche, un incontro come quello di ieri sera diventa qualcosa di significativo da raccontare».

5A-iv-novembre-50-anni-dopo-1-325x183Con queste parole gli ex alunni della quinta A, anno scolastico 1971-72, della Scuola IV novembre di Macerata raccontano la reunion a 50 anni dalla licenza elementare. «La nostra classe – aggiungono – è stata sempre particolare, complice la bravura di una maestra straordinaria, Leda Lattanzi Palloni, che non esauriva la sua lezione con il suono della campanella e ci ha trasmesso sapere, ma soprattutto ci ha aiutato a formarci come persone, il legame che ci unisce è forte, è una costante che sfida il tempo indipendente dalla frequentazione. Un po’ come le vere amicizie, “non è importante vedersi sempre, è importante non andarsene mai”, è incredibile come nonostante il vissuto differente di ognuno ed il tempo (tanto) trascorso, trovarsi e parlare risulta facile come se fossimo ancora nel cortile dietro la scuola».

«Risate, complicità, inevitabili ricordi, confidenze, comprensione – continuano – un brindisi commosso a Stefano Gallucci e Sandro Gatti, compagni che ci hanno lasciato, e alla maestra a cui ciascuno di noi deve tanto di quello che è. In un contesto difficile in cui spesso viviamo il disagio nella solitudine, fare gruppo diventa una rarità da raccontare, se poi questo gruppo si è formato più di 50 anni fa la storia assume un aspetto di eccezionalità. “Tutto cambia niente cambia”, noi in fondo siamo sempre quelli che ascoltavamo la maestra, che ci leggeva gli episodi degli eroi di De Amicis, a volte annoiati altre commossi e crescevamo però convinti che il bene trionfasse sempre sul male e che in ogni circostanza ci fosse il Garrone della situazione».



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