GinPepe
Quando Fontezoppa entra nel mondo della distillazione lo fa a modo suo. Seguendo, cioè, quelle che sono le corde della qualità e territorialità. Due direttici da percorrere assieme alle due nuove etichette di spirits recentemente presentate: GinPepe e Mistralino. Un dry gin delicato e speziato, il primo; un mistrà coinvolgente e persistente, il secondo. Ginepro e anice.
L’odore del ginepro selvatico: Fontezoppa rispolvera l’alambicco GinPepe è la prima creazione all’alambicco dell’azienda e come tutte le belle storie in cantina nasce in un lampo. L’idea viene alla luce, infatti, nel momento più bello di Fontezoppa, durante la vendemmia a Serrapetrona, in provincia di Macerata. Siamo sul finire di ottobre quando, terminata la raccolta della Vernaccia, l’attenzione di tutti viene infatti attirata dall’odore travolgente di ginepro selvatico, che pervade intorno alle vigne. Da questa esperienza olfattiva, viene realizzato GinPepe partendo da un’antica ricetta che racchiude i sentori tipici della regione Marche: l’anice, la lavanda e un finale di chinotto, per rendere tutto ancora più particolare. Sono questi ingredienti a regalare a GinPepe un sapore delicato e speziato e un gusto moderno, elegante di bella freschezza e aromaticità.
Mistralino
Mistralino e l’antica ricetta dell’anice Made in Marche Parliamo quindi di mistrà. Per chi non lo conoscesse, questo spirit affonda le sue radici nella tradizione contadina regionale, in particolare dell’area Maceratese, Fermana ed Ascolana. Ma anche in quella delle marinerie dell’Adriatico. Il suo cuore è l’anice, materia prima utilizzata nella preparazione di dolci tipici ma anche nel processo di distillazione. Il mistrà, a dire il vero, ha origini molto più antiche e prende il nome dall’omonima città greca conquistata dalla Repubblica di Venezia. Proprio qui i veneziani scoprirono l’ouzo e se ne innamorarono a tal punto da creare il “loro” mistrà, che divenne molto popolare nella Serenissima del 1700. Il declino della Repubblica segnò la caduta anche di questo distillato, che ebbe fortuna poi nelle Marche: il mistrà è prediletto dalla costa alla montagna, passando per le zone collinari. E arriviamo ai giorni nostri e al primo distillato d’anice dell’azienda, Mistralino, che si caratterizza da un intenso, coinvolgente ed etereo aroma di anice stellato. Il mistrà si distingue fortemente da sambuca e anisetta e dai loro sapori più dolci, tanto che Mistralino ha un tipico gusto secco al palato, forte e con lunga persistenza speziata. Ottimo liscio o con ghiaccio come digestivo, per correggere il caffè o come base per miscellanea. Per scoprire questi due spirits clicca il link del wineShop qui.
(Articolo promoredazionale)
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