L’ospedale dei pellegrini
di Monia Orazi
«Mi misi subito a letto, dove il medico si occupò di me. Feci lavare le mie camicie e fui trattato molto bene. Stavo imparando a vivere. L’uomo che non pensa non impara mai nulla». Sono queste le parole con cui Giacomo Casanova racconta nella Storia della mia vita la sua autobiografia, il suo passaggio a Serravalle di Chienti nell’Ospedaletto dei pellegrini, un edificio risalente al tredicesimo secolo che era una sorta di stazione di servizio dell’epoca medievale, una stazione di posta situata lungo quella che era la via che conduceva da Loreto a Roma.
La scrittrice Loredana Lipperini
In quell’edificio sino alle soglie dell’era moderna, viandanti e pellegrini si fermavano per rifocillarsi e riposare, si poteva cambiare cavallo prima di ripartire. L’edificio ha sfidato i secoli ed è stato ben recuperato dopo il terremoto, oggi si trova in quello che è corso Giacomo Leopardi, proprio di fronte alle Poste.
È stato oggetto ieri pomeriggio di una piccola cerimonia per l’apposizione di una targa che racconta la sua storia di luogo di accoglienza per i pellegrini di viandanti e segnala il luogo dove l’allora 18enne abate veneziano Giacomo Casanova, passato poi alla storia come il più grande seduttore di tutti i tempi, si è fermato qualche giorno per riprendersi, nel suo rocambolesco viaggio di ritorno da Loreto verso Roma. Un pubblico attento e curioso ha ascoltato dalla viva voce della scrittrice Loredana Lipperini le disavventure capitate al giovane abate, mentre il docente universitario e storico Augusto Ciuffetti ha ricostruito il contesto storico dell’epoca, su cui è basata la riscoperta dei cammini, tra cui la via Lauretana che attraversa il centro storico di Serravalle. Lo scoprimento della targa si inserisce nelle azioni di valorizzazione turistica, portate avanti dall’amministrazione comunale.
Casanova arrivò a Tolentino dove fu derubato di quasi tutti i suoi averi, dormì nella locanda di Valcimarra e il giorno dopo si mise in cammino per andare verso Foligno. Giunto a Muccia fece colazione e nell’attraversare un fosso mise un piede in fallo, come lui stesso raccontò e si prese una storta. A Serravalle fu condotto da un contadino, arrivò prima a casa di uno sbirro che non fu troppo amichevole con lui, poi grazie al medico fu condotto in albergo, l’Ospedaletto dei Pellegrini dove si riposò qualche giorno e fece lavare le camicie, raccontò di essersi trovato molto bene prima di riprendere insieme al frate che lo accompagnava il viaggio verso Roma. L’ultima sosta a Serravalle avvenne in una bicocca con un vecchio malato e due donne di malaffare. A raccontare anni fa le disavventure del giovane Casanova su Cronache Maceratesi era stato l’architetto Gabor Bonifazi, grande appassionato di storia locale.
Ha detto Loredana Lipperini: «La cosa più importante che noi possiamo fare è raccontare questi luoghi. Le parole sono potenti, le abbiamo a disposizione. Questi luoghi vanno narrati proprio perché possiamo tutti tornare a visitarli e ad amarli. Questa è una delle tante storie di Serravalle e del circondario, sono contenta sia stata accolta e diffusa. Si può ripercorrere quella stessa strada in modo più interessante. Ci saranno tanti altri cammini che si apriranno presto che riguardano anche la storia e il mito di questi luoghi e speriamo appunto che si moltiplichino». Il sindaco di Serravalle Emiliano Nardi ha sottolineato l’importanza di riscoprire questa storia curiosa: «È stata una preziosa occasione di riscoperta di un personaggio come il Casanova e allo stesso tempo di una struttura come l’Ospedaletto dei pellegrini, una delle poche strutture rimaste, tra le antiche stazioni di posta. Abbiamo avuto modo di trascorrere un bellissimo pomeriggio, in un’atmosfera veramente suggestiva. Questa è una delle tante possibilità durante l’estate che abbiamo per riscoprire e valorizzare questo nostro territorio, Serravalle di Chieti è veramente da scoprire, ci sono dipinti del De Magistris mai messi in mostra che speriamo di poter valorizzare».
Quella notte che Casanova alloggiò alla locanda di Valcimarra
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Da aprirci una clinica ortopedica per VIP.
molto interessante. leggere anche il resoconto di Gabor Bonifazi, citato in azzurro: c’è da divertirsi. E poi ci lamentiamo dei tempi nostri.