Mondiali di atletica,
Gimbo Tamberi in finale
nel salto in alto con 2,28

SPORT - Al terzo tentativo ieri il campione olimpico ha superato lo scoglio della qualificazione, approdando alla gara decisiva di lunedì prossimo

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Gimbo Tamberi ai Mondiali Usa di Eugene (foto Fidal/Colombo)

 

 

Promozione con brivido ai Mondiali di Eugene per Gianmarco Tamberi, che deve attendere il terzo tentativo a 2.28 per sciogliersi nel sorriso dei qualificati alla finale mondiale. Il campione olimpico di Tokyo tiene fede alla promessa fatta alla vigilia, e nonostante le imperfette condizioni fisiche, ieri ha centrato l’appuntamento con la prova per le medaglie, in programma nella notte italiana tra lunedì e martedì (via alle 2,45). Un disco verde che vale un’impresa, viste le premesse, ed il livello (rivelatosi altissimo) dagli avversari. Marco Fassinottiè eliminato, ma il suo 2,25 conclusivo è risultato di valore. Film della gara da gustare fotogramma per fotogramma. Tamberi è nel gruppo B di qualificazione, e apre senza difficoltà con un salto a 2,17. Quattro centimetri più su, a 2,21, il marchigiano è fortunato: l’asticella, sfiorata, trema ma resta ben salda sui ritti. Marco Fassinotti avanza con qualche difficoltà: due prove per valicare sia 2,17 sia 2,21 e restare in corsa.

A 2,25 arrivano i primi problemi per Tamberi: il salto buono arriva solo al terzo tentativo, con l’asticella che, toccata ancora una volta, trema a lunga senza cadere. Non basta per la qualificazione: la classifica parziale vede il campione olimpico oltre la soglia dei 12 classificati, in sedicesima posizione. Davanti a lui, quindicesimo, anche Fassinotti, bravo a valicare l’asticella alla seconda prova. Si sale di tre centimetri, a quota 2,28, con diciotto atleti ancora in corsa. Fassinotti commette tre errori e chiude (comunque a testa alta) il suo Mondiale. Tamberi spende due salti e si presenta in pedana per il giudizio definitivo. L’attesa è lunghissima. Lo sguardo fisso sull’asticella, e nessun richiamo al pubblico, nessuna ricerca di consenso, di applausi. Gimbo è solo. Lo speaker annuncia “the last attempt for the Olympic champion”, tutti gli avversari si alzano o si girano per guardare. E l’artista dell’alto, sotto gli occhi dell’intero stadio, pennella la sua tela, volando al di là dell’asticellla.

Tamberi resta sui sacconi, spossato fisicamente ma anche a livello nervoso dalla doppia prova (2,25 e 2,28) al terzo tentativo. La classifica (per quel che conta) pone l’azzurro all’undicesimo posto. I migliori? Ci sono tutti. Il coreano Woo, il qatariota Barshim (il co-detentore del titolo olimpico con Tamberi), il canadese Lovett. Per le medaglie sarà battaglia.«E’ stata veramente dura – il commento post gara di Gimbo – sapevo che non sarebbe stata facile, ma avevo promesso a me stesso e a tante persone che avrei dato l’anima per riuscire ad entrare in finale, e sono felice di esserci riuscito. Ora spero di ripartire proprio da quell’ultimo salto a 2,28, che mi è sembrato migliore degli altri. Dolori? Non voglio parlarne, mi sono ripromesso di non farlo, ci sono tanti altri problemi, a cominciare da quelli di natura tecnica, e non voglio più lamentarmi. Voglio dare l’esempio, non possiamo essere sempre tutti al massimo della forma, ma si può lottare, si deve farlo».



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