Il corpo bandistico di Appignano
La banda di Appignano celebra i 140 anni. Lo fa con due giorni di concerti, insieme alla Banda Giuseppe Verdi di Parma. Domani (9 luglio) e domenica in piazza Umberto I. Entrambi gli appuntamenti alle 21,15.
«Il corpo bandistico di Appignano ha da sempre espresso nel territorio un’attività culturale di grande valore e qualità è una parte viva della comunità che rende onore alla città – ha detto il sindaco Mariano Calamita – generazioni di appignanesi si sono formati alla musica ascoltandone le esecuzioni e molti hanno partecipato al suo successo. La banda è radicata nel cuore della nostra gente e ancor oggi, a 140 dalla sua nascita è attiva e vitale più che mai e cresce nuove generazioni di appassionati e musicisti».
La banda com’era un tempo
Domani il concerto del corpo bandistico Giuseppe Verdi di Parma diretto da Alberto Orlandi che offrirà al pubblico un programma incentrato sulle opere più famose di Verdi. Domenica si esibirà, con 47 elementi, la Banda di Appignano, diretta da Mirco Barani. Il programma spazia dal The Second Waltz di Shostakovich, passando attraverso le più celebri musiche del film di Morricone “C’era una volta in America” fino all’esecuzione di brani di autori contemporanei tra cui “Man in the Ice” il brano scritto da Otto M. Schwarz per far risorgere musicalmente con un’opera sinfonica la mummia di 5.300 anni fa rinvenuta nel 1991 nel ghiacciaio della Val Senales e famosa nel mondo con il nome di Ötzi. La Banda di Appignano sarà accompagnata dal coro “Scuola di Musica 1882” diretto da Carlo Ripanti. Il corpo bandistico di Appignano è presieduto da Giancarlo Gagliardini ed è pura tradizione musicale. Nasce nel 1882 su iniziativa di tredici giovani che chiesero all’amministrazione comunale un contributo in denaro per acquistare degli strumenti musicali. Questi giovani erano: Giulio Accorroni, Giovanni Gasparrini, Giulio Carletti, Cesare Giampieri, Tobia Gasparrini, Federico Ferri, Crispino Fammelume, Gennadio Gasparrini, Giuseppe Rimatori, Alfonso Fermani, Giuseppe Fermani, UgoSeverini e Gaetano Bozzi. Un ruolo decisivo lo ebbero sicuramente l’allora segretario comunale Romeo Giovannoni che si prestò “per passione senza compenso alcuno ad istruire i giovani”, e il sindaco, Ernesto Armaroli Tambroni. Nasce come “Corpo filarmonico municipale” cambiando poi in “Banda filarmonica comunale di Appignano”. Il suo primo maestro è stato Romeo Giovannoni, il primo presidente Ermete Antonio Marchesini. La storia della banda è raccolta nel libro “Banda musicale di Appignano – storia, suoni e protagonisti di un sogno realizzato” scritto da Alberto Meriggi.
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