“Un quarto di secolo”
vince il Premio Betti

CAMERINO - L'autore è Alfonso D'Agostino. Nell'opera si parla di un'epoca postpandemica in cui i pro-vax sono fuorilegge

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Il premio Betti

 

Premio Betti, vince l’opera “Un quarto di secolo”. La 18esima edizione del premio nazionale di drammaturgia di Camerino si è conclusa con la vittoria dell’opera di Alfonso D’Agostino, di Milano. Andato in scena all’auditorium Bocelli di Camerino, il premio è stato assegnato all’opera che è stata definita “un complesso drammone in tre atti che evidenzia una scrittura quasi sempre efficace, fondata da un lato sul ritmo della narrazione – aspetto importante nel suo trasferimento sul palcoscenico – e dall’altro sull’originalità della trama”. Sono 27 testi i testi che hanno partecipato affrontando il tema: “Teatro e giustizia: la responsabilità, la colpa, il perdono”, scelto per questa edizione. Sono stati valutati dalla giuria composta da Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Macerata, Vincenzo Luzi, magistrato a riposo, cultore di studi letterari, Massimo Marino, saggista, storico, giornalista e critico teatrale e Marco De Marinis, presidente, già ordinario di Discipline teatrali nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.

«“Un quarto di secolo” è una vicenda distopica – dicono gli organizzatori del premio in una nota -, che si svolge in un luogo e in un tempo imprecisati (e tuttavia in epoca postpandemica, dove sono i pro-vax ad essere diventati fuorilegge), capace di aprire uno squarcio livido su di un mondo governato dalla dittatura dei “cattivi”, i quali rovesciano l’etica comune per fornire solide fondamenta a uno Stato in cui il cittadino è visto come un impedimento al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal burocratico governo dei pochi e malvagi. Quella raccontata dal dramma è una società basata su di un’economia malthusiana nella quale le risorse di qualsiasi natura, comprese quelle umane, vengono razionate con tutti i metodi illeciti possibili, a vantaggio di un’amministrazione preoccupata solo dei sordidi interessi di una ridotta nomenclatura autocratica. Un apprezzabile colpo di scena, poiché tutti i personaggi hanno comunque un passato, rovescerà i termini della questione, utilizzando accenti e atmosfere che richiamano le maggiori opere bettiane».

premio-betti-2-650x365Oltre al vincitore sono stati segnalati “Petru – processo in città con vista mare” di Antonio Basile, e “Per alzata di mano” di Fabio Sicari. Il pomeriggio si è aperto con il benvenuto del Commissario straordinario di Camerino, Paolo De Biagi, che ha sottolineato l’attenzione della città per le iniziative culturali anche in un periodo di grandi difficoltà, quindi ha preso la parola il direttore del Centro studi teatrali e letterari Ugo Betti, Giuseppe De Rosa. Carla Carotenuto, docente di letteratura italiana contemporanea all’Università di Macerata e componente del Centro studi insieme ad Angela Amici e a Donatella Pazzelli con funzioni di segretaria, ha parlato di “Corruzione al Palazzo di Giustizia”, dramma bettiano in serata magistralmente rappresentato nell’Auditorium Benedetto XIII dalla Compagnia Teatrale Piccola Ribalta con la regia di Antonio Sterpi. Il maestro Vincenzo Correnti, direttore artistico dell’Istituto musicale “Nelio Biondi”, ha eseguito di Nino Rota, la suite per “Spiritismo nell’antica casa”. In conclusione la consegna del Premio alla carriera a due signore del teatro, Marzia Ubaldi e Emanuela Moschin che hanno interpretato un brano di “Delitto all’isola delle capre” di Ugo Betti. Gastone Moschin firmò la regia di un capolavoro che debuttò al teatro “Argentina” di Roma il 16 dicembre 1992 per poi toccare i più importanti palcoscenici italiani. Nella tournée 1992-1993 Gastone Moschin interpretava il ruolo dello “straniero” Angelo, Marzia Ubaldi era Agata ed Emanuela Moschin era Silvia e oggi come allora le due attrici hanno saputo trasmettere forti emozioni.



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