Maria Paola Scialdone ha guidato per 8 anni la Delegazione Fai di Macerata
di Alessandra Pierini
Non si può parlare di Fai Macerata senza pensare a Maria Paola Scialdone. La docente universitaria ha infatti guidato la delegazione locale per otto anni e negli ultimi due di “vacatio” è comunque stata un punto di riferimento. Tante le operazioni messe a segno e i risultati ottenuti dalla professoressa Scialdone alla guida di un ottima squadra di collaboratori e collaboratrici. Prima di ricoprire un ruolo diverso all’interno del Fai, non si può prescindere da una necessaria riflessione su quanto fatto in tutti questi anni. Certo, impossibile riassumere otto anni di intensa e appassionata attività in qualche pagina. Senza presunzione di completezza, ripercorriamo con la professoressa Scialdone luoghi, persone e imprese che hanno segnato questo lungo cammino e che senz’altro influenzeranno anche il futuro della delegazione.
Professoressa Scialdone, come è nata la sua passione per la cultura?
«Io insegno letteratura e cultura tedesca all’Università degli Studi di Macerata ma ho collaborato anche con diversi istituti di cultura a Roma che hanno favorito il mio incontro con il patrimonio artistico e culturale per il quale ho sempre avuto una particolare passione, amplificata a partire dall’iscrizione al Fai che permette un coinvolgimento molto intenso a livello individuale nella salvaguardia e nell’educazione al bene culturale».
Barbara Minghetti e Maria Paola Scialdone
Dopo molti anni il suo mandato come Capo Delegazione Fai si è concluso. Ora non collabora più con la Fondazione?
«Negli otto anni in cui ho guidato la Delegazione, dal 2012 al 2020, il mio mandato che è stato rinnovato più volte e si è naturalmente concluso durante la pandemia, ma la Presidenza regionale del Fai mi ha chiesto di rimanere accanto alla Fondazione in altra veste come Delegata alla cultura regionale Fai Marche. In questo ruolo sto mettendo a punto per il regionale iniziative molto interessanti rivolte a tutte le delegazioni delle Marche. E’ un impegno meno articolato della gestione di una Delegazione provinciale che si sposa meglio con i miei molteplici impegni accademici. Ringrazio molto la presidente Fai Marche Alessandra Stipa Alesiani per avermi offerto questa opportunità di mettere ulteriormente a frutto l’esperienza maturata in questi intensi anni di militanza Fai. Resto comunque anche interlocutrice del Fai a livello locale in veste di Delegata del Rettore per tutte le convenzioni e gli accordi Fai con l’Ateneo».
Un convegno del Fai
Se il suo mandato si è concluso nel 2020, la Delegazione Fai Macerata, che è appena ripartita, è stata dunque inattiva per 2 anni?
«In realtà no, il Gruppo Fai Recanati, nato a supporto del bene Fai dell’Orto dell’Infinito e diretto da Manuela Guzzini, ha continuato sempre, ove possibile, la sua attività e il Gruppo Fai Giovani Macerata, che era nato nel 2018 da un gruppo di studenti dell’Ateneo all’interno della Delegazione da me presieduta, ha portato avanti il lavoro pur nelle inevitabili restrizioni dettate dalla pandemia con le aperture dedicate al Dipartimento di Medicina legale e al fondo dedicato alle Fosse Ardeatine dell’Università di Macerata, Rocca Varano a Camerino e il circuito del baco da seta alla Mozzi Borgetti. Hanno quindi avuto modo di farsi le ossa anche in condizioni difficili, hanno dimostrato stoffa e grinta e sono veramente felice che finalmente, con la investitura della nuova Delegazione Fai Macerata, la Presidenza Fai Marche abbia riconosciuto definitivamente il loro ruolo e abbia reso ufficiale la loro attività come Gruppo presieduto da Tommaso Lorenzini e Martina Lombardelli».
L’ufficializzazione del gruppo Fai Giovani Macerata 2022
Cosa augura alla nuova Delegazione Fai Macerata?
«Certamente auguro alla nuova Delegazione, ora guidata dal collega Giuseppe Rivetti, un buon lavoro. Spero che continui a diffondere efficacemente la cultura del FAI e sappia tessere nel modo adeguato e bilanciato i rapporti con il territorio mantenendo sempre la centralità del capoluogo di Provincia in un’ottica di fulcri e sistemi e combattendo il campanilismo che interessa le Marche. Auspico inoltre che faccia crescere ulteriormente il Gruppo giovani e che mantenga la rappresentanza locale del Fai rigorosamente al di fuori delle appartenenze politiche e partitiche e degli interessi individuali, come è stata cura della mia gestione che ha dialogato molto bene sia con la amministrazione politica uscente, sia con la amministrazione attuale.
Un evento a Muccia con l’azienda Varnelli
Nel Fai è fondamentale mantenere questa assoluta indipendenza dalle questioni locali perché la Fondazione ha a cuore il patrimonio artistico-culturale che non ha colore o tessere, ma appartiene a ogni cittadino italiano indipendentemente da genere, passioni, età o indirizzo di qualsiasi tipo. E’ dunque importantissimo dialogare con tutti a partire da questa prospettiva. La nuova Delegazione eredita poi una realtà molto radicata nel tessuto maceratese visto che la Delegazione Fai Macerata esiste da quasi trent’anni grazie, oltre a me che, sono l’ultimo anello di una catena, anche all’entusiasmo e all’impegno dei Capi Delegazione che mi hanno preceduto e che mi piace ricordare: Pierluigi Pianesi, colui che per primo l’ha creata a Macerata, Anna Costa, che l’ha guidata per moltissimi anni e Simone Oresti da cui ho “ereditato” la Delegazione. Trent’anni di attività consegnano alla nuova gestione un patrimonio inestimabile di straordinarie azioni intraprese sul territorio finalizzate alla valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio locale e anche una nutrita rete di volontari, che sono la vera spina dorsale di ogni Delegazione dedita al delicato compito di educazione delle nuove generazioni alla bellezza, alla salvaguardia e all’azione virtuosa del Fai».
Maria Paola Scialdone fa iscrivere il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli al Fai
Qual è allora il bilancio dei suoi otto anni come Capo Delegazione?
«Per quanto riguarda la mia persona, posso dire che sono stati otto anni di duro, disinteressato e appassionante lavoro, tutto su base di rigoroso volontariato, in cui ho imparato molto culturalmente e umanamente. Io non nasco maceratese, ma insegno all’Ateneo di Macerata da diversi anni e da Roma, la mia città natale, ho scelto di trasferirmi stabilmente qui. Il Fai mi ha dato quella spinta in più per conoscere questo magnifico territorio e me ne sono innamorata. Per quanto concerne la Delegazione invece, posso dire che in un’ottica di continuità con il lavoro accurato svolto dalle Delegazioni precedenti, abbiamo cercato di conservare i risultati ottenuti e di intessere nuove relazioni utili al perseguimento degli obiettivi del Fai e alla fidelizzazione degli iscritti, ma abbiamo anche aperto nuovi filoni di approccio al territorio con sguardo nuovo per permettere alla comunità di scoprirne aspetti inediti.
Maria Paola Scialdone con il gruppo Fai giovani Macerata a Medicina Legale
Una caratteristica della mia gestione è stata quella di intensificare dall’interno la collaborazione con l’Ateneo maceratese che possiede un patrimonio artistico e culturale importantissimo e che fino alla mia Delegazione non era stato sufficientemente valorizzato in un’ottica di belle arti, ma solo in una prospettiva di fruizione di spazi accademici alla cui fisionomia artistica i nostri studenti non erano mai stati sensibilizzati. Ringrazio il Rettore attuale professor Francesco Adornato e il precedente, professor Luigi Lacchè, e lo staff amministrativo universitario che mi hanno sempre supportato in questa azione di valorizzazione e di educazione dei giovani al nostro patrimonio di Ateneo».
Corridonia, convegno sul convento degli Zoccolanti
Quali aperture e azioni intraprese durante la sua gestione desidera sottolineare?
«Il Fai richiede un lavoro molto ramificato sul territorio in molti ambiti: dalla fidelizzazione e l’ampliamento degli iscritti, all’organizzazione di aperture e di viaggi speciali fino alle tante campagne culturali che lancia. La Delegazione ha intrapreso diverse azioni provando a rispondere alle molte sollecitazioni della Fondazione.
Ricordo fra tutte le aperture di luoghi privati straordinari come Villa Gigli a Porto Recanati, la villa della Pieve a Macerata, Villa Eugenia a Civitanova o il monastero di clausura S. Chiara di San Ginesio. Importante battaglia portata avanti dalla Delegazione è stata la campagna dei luoghi del cuore per il Convento degli Zoccolanti di Corridonia, per il quale è stata realizzata una straordinaria raccolta firme e si è arrivati a un cospicuo finanziamento da parte del Ministero dei beni culturali per il recupero della nicchia del Santo e il restauro della tomba di Beniamino Gigli in collaborazione con il Macerata Opera Festival.
Un evento del Fai a Camerino
Appassionante e doverosa è stata poi l’attenzione rivolta ai territori feriti dal terremoto e in generale la valorizzazione delle aree interne del maceratese in sintonia con il progetto Alpe. La Delegazione ha dedicato giornate di Primavera e di autunno ai centri storici di Camerino e Visso, portando i visitatori a toccare con mano l’entità dei danni sismici e la necessità di rianimare a ogni costo i borghi abbandonati. Ma ricordo anche la messa in rete delle ville napoleoniche della Provincia; il circuito Dolores Prato a Treia, che ha ricostruito in una Fai Marathon dedicata a questa autrice straordinaria la vita e l’opera della illustre treiese in collaborazione con la casa editrice Quodlibet e la valorizzazione del patrimonio organario antico della Provincia, una ricchezza poco conosciuta. In generale la mia gestione, in linea con il mio ruolo di docente universitario, è stato caratterizzato da uno spiccato taglio scientifico che ha cercato sempre l’approfondimento e la ricerca. Infatti le aperture delle Giornate di primavera e di autunno sono state sempre affiancate da convegni e conferenze e in generale la programmazione annuale della Delegazione ha sempre offerto molte occasioni di incontro con esperti e docenti intenti a valorizzare i beni materiali o immateriali al centro dell’attenzione. Ricordo fra gli altri il ciclo “Storie di libri, storie di uomini” dedicato al patrimonio della Biblioteca Mozzi Borgetti».
Maria Paola Scialdone con Luana Cardenà e Antonia Teloni
Cosa avrebbe voluto realizzare nella sua gestione, ma non è riuscita a fare?
«Ho un rimpianto: avrei voluto che il Fai acquisisse Casa Zampini a Esanatoglia, vista la centralità della figura di Ivo Pannaggi per il nostro territorio, un bene che insieme alla Delegazione di Ancona presieduta dall’architetto Manuela Panini avevo molto caldeggiato ma che purtroppo, pur nella sua importanza e vocazione potenzialmente internazionale, non è stato ritenuto sufficientemente idoneo per i criteri di acquisizione del Fai. Un altro lavoro parzialmente compiuto è la fidelizzazione del comparto scolastico provinciale che poteva essere portata avanti meglio e in maniera più sistematica su tutto il territorio. Comunque la collaborazione con tanti istituti e docenti della provincia ha portato alla delegazione molta ricchezza e ha permesso di raggiungere i giovani che sono i destinatari del nostro patrimonio culturale. Questo è un gran lavoro per il quale la Delegazione necessitava di risorse umane adeguate e di un grande impegno, ma purtroppo, per un motivo o per un altro, non si è mai trovato il delegato o l’assetto giusto. Auspico che la nuova Delegazione lavori molto in tal senso».
Maria Paola Scialdone e Giovanna Sartori
C’è qualcuno che desidera ringraziare in particolare?
«Il Fai in primis per aver riposto in me fiducia, ma anche le persone con cui ho condiviso questi anni di attività, a partire da Luana Cardenà, a cui si deve l’ideazione e la realizzazione di tutti i bellissimi viaggi che la Delegazione ha offerto ai suoi iscritti e Antonia Teloni, scrupolosa tesoriera. In generale Luana e Antonia sono state insieme a me colonne portanti dell’organizzazione e dell’amministrazione interna alla Delegazione. Ringrazio anche molto Gabriella Lampa, attiva nel territorio settempedano, Paola Piaggesi, insostituibile sostegno organizzativo, Matteo Cedrone, Cinzia Picciola e Silvia Papa, con me sin dagli esordi, e in generale tutte le altre e gli altri che hanno collaborato in diverso modo, per diverso tempo e in diversi ruoli in questi lunghi anni e che qui sarebbe troppo lungo elencare. Un grazie sentito va anche alle guide turistiche locali che hanno profuso professionalità, i tantissimi Apprendisti Ciceroni che hanno animato le aperture con le loro accurate spiegazioni dei beni e a tutti i colleghi e amici di diversi atenei nazionali che mi hanno affiancato nella valorizzazione e tutti i proprietari dei beni privati che abbiamo aperto, grazie alla generosità e alla fiducia che ci hanno sempre dimostrato. Un sentito grazie va anche alla segreteria FAI Marche, prima gestita da Silvia Scopetta e poi da Angela Vatielli, sempre al nostro fianco per ogni necessità e alla Filarmonica di Macerata, nel suo presidente Enrico Ruffini, che ha concesso gratuitamente alla Delegazione una sede prestigiosa per le nostre riunioni. Non da ultimo desidero ringraziare tutti i comuni della Provincia che hanno collaborato fattivamente con noi e la stampa maceratese che ha dato sempre generoso spazio a ogni iniziativa della Delegazione».
Maria Paola Scialdone con il sindaco di San Severino Rosa Piermattei e Gabriella Lampa
Paola Piaggesi e Martina Lombardelli a Camerino
Maria Paola SCialdone con Paola Magnarelli e Rita Soccio
A Tolentino con il sindaco Pezzanesi
Apprendisti Ciceroni
Maria Paola Scialdone in Provincia con gli allora assessori Leonardo Lippi e Stefania Monteverde
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