«Bullizzato per il mio aspetto da piccolo,
sono arrivato in finale a Mister Italia»

RECANATI - La storia di Sebastiano Andrea Massaccessi che alle medie ha subito botte e insulti per il suo viso angelico e i capelli lunghi. «Col senno di poi ho capito l’impatto che hanno avuto nella mia vita. Sicuramente tutto quello che mi è successo da adolescente mi ha dato la spinta per diventare psicologo. Mi sono preso delle rivincite».
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Sebastiano Andrea Massaccesi

di Francesca Marchetti

Il 32enne recanatese Sebastiano Andrea Massaccesi, in arte Sam, oggi è una persona serena e si divide tra le attività di psicologo (sta per prendere l’abilitazione), batterista e fotomodello, oltre a dare una mano al papà nella sua impresa edile. Il suo passato, però, è stato marchiato dalle azioni di bullismo subite a scuola: spinte, pugni, insulti. Tutto perché aveva un bel viso e i capelli lunghi.

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Sebastiano a 2 anni

«Fin dall’inizio ho avuto un imprinting particolare – racconta – Papà Roberto è un po’ vecchia scuola ma da giovane portava i capelli lunghi fino alle caviglie, li arrotolava intorno al collo quando andava in moto, era un bel ragazzo così come bella è mia madre Cristina, originaria di Macerata, ex foto modella. La mia infanzia è trascorsa serena tuttavia già da piccolo venivo scambiato per una bambina, avevo un viso angelico, capelli un po’ lunghi. Al ristorante il cameriere chiedeva “Le piccole cosa prendono?” ma l’unica femmina era mia sorella Mariazzurra, io mi arrabbiavo».

«Alle scuole medie la cosa si è fatta un po’ più seria – continua Massaccesi – ero preso di mira da molti, mi prendevano in giro per i miei tratti delicati, mi spingevano, mi tiravano per le ciocche. Poi gli insulti verbali, dal “frocio” a “bella donna”, e soprattutto le botte, mi mettevano i capelli in bocca. Ora col senno di poi capisco l’impatto che hanno avuto nella mia vita. Il fatto è che mi tenevo tutto dentro, mi vergognavo, li giustificavo dicendomi “beh forse è un po’ colpa mia, sono io ad essere il diverso nel gruppo, è il prezzo da pagare”.

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Sebastiano a 12 anni

Nell’intervallo quelli che fuori mi picchiavano mi chiamavano per stare insieme come fossimo amici, io stavo male. Mia madre, che è stata sempre una mia amica, aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ero sempre malinconico, avevo l’autostima a zero. Poi c’è stato “l’episodio”, come lo chiamo io. Un giorno, stufo di essere picchiato, mi aspettavano anche sotto casa, ho preso forbici e rasoio e mi sono rasato la testa. Ero felicissimo, sicuro che il taglio netto mi avrebbe fatto inserire nel gruppo, ero finalmente uniformato agli altri. Misi un cappello per fare una sorpresa a papà che invece mi diede un ceffone, l’unico della mia vita e mi disse: “Questo dolore fisico non è niente in confronto al male che hai fatto a te stesso tagliandoti i capelli”. Oggi sono fiero della mia identità, e porto i capelli come allora, lunghi».

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Motivi di orgoglio Sam ne poi raccolti tanti grazie ad esperienze molto diverse tra loro ma tutte gratificanti, sempre con il supporto della famiglia e, più di recente, della compagna.
«Al liceo Leopardi – aggiunge – finalmente ho incontrato degli amici veri, ho cominciato a suonare nelle prime band, la musica e il ritmo hanno fatto sempre parte di me, è una passione grandissima. A 6 anni mia madre mi dava le pentole vecchie per suonare, poi mi hanno comprato una batteria e hanno insonorizzato una stanza nel nostro appartamento, in condominio. A 17 anni militavo in una cover band dei Nightwish, facevamo concerti, e così con tante altre metal band. Finalmente da due anni e mezzo suono in un gruppo con una propria identità, i Nova: scriviamo i pezzi e li auto produciamo, oltre che esibirci. Con “Swan song” abbiamo avuto un inaspettato successo sulle piattaforme musicali, siamo molto orgogliosi. È suonando che viene fuori il vero Sebastiano.
Al liceo socio-psico-pedagogico mi sono appassionato alla psicologia e ho capito che volevo aiutare gli altri. Sicuramente tutto quello che mi è successo da adolescente mi ha dato la spinta per diventare psicologo, mi sono laureato all’università di Urbino e sto per prendere l’abilitazione, sogno di aprire uno studio. Mi sono accorto di aver sempre avuto la “Sindrome da impostore”. Mi sono sempre chiesto “Merito di essere qui? Sono all’altezza?”. Sia in ambito professionale che estetico ogni volta che mi facevano un complimento o un apprezzamento trovavo un modo quasi per giustificarmi, sminuendomi in realtà. A “Sei un bravo batterista” oppure “Che begli occhi” io rispondevo “Eh sì, ma sono autodidatta” oppure “è perché oggi c’è una bella luce”. Per salvarmi da questo copione negativo ho semplicemente imparato a rispondere “Grazie mille”, mi sono sentito meglio».

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Sebastiano a Mister Italia 2017

Se il suo aspetto fisico lo ha messo in difficoltà da ragazzino, Massaccesi negli anni ha seguito le orme di mamma Cristina sulle passerelle e oggi è un uomo soddisfatto anche della sua immagine.
«Con mia grande sorpresa prima, soddisfazione poi – spiega – ho cominciato a fare il modello. All’inizio mi vergognavo, fino a 16 anni ero basso e mingherlino. Non ci provavo neanche con le ragazze, ero spaventato. Poi finalmente è arrivata la fase adulta, ho raggiunto il metro e 85 centrimetri di altezza e ho cominciato ad apprezzarmi. Mia madre, che arrivò sesta in un’edizione di Miss Universo, nel 2017 mi convinse ad iscrivermi a Mister Italia e arrivai in finale, per me fu un traguardo impensabile, postai la mia foto in costume su Facebook e fu uno schiaffo morale a tutti quelli che mi avevano bullizzato per il mio aspetto esteriore. Da lì sono arrivati gli ingaggi da modello per le sfilate, come animatore nelle discoteche e nei locali e, addirittura, come spogliarellista. Tranquilli, mamma lo sa, e anche la mia ragazza ha capito che è solo un lavoro, anche se molto particolare.
Chiedo molto a me stesso, è il mio pregio e il mio difetto. Cerco di migliorarmi costantemente, non riesco a star fermo e ho sempre voglia di raggiungere alti livelli in qualsiasi ambito della mia vita. Oltre alla realizzazione professionale – conclude – sogno una famiglia, spero di essere un ottimo padre, ce la metterò tutta».

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