Il pubblico
di Giulia Sancricca
Oltre 500 firme raccolte e molti cittadini presenti all’incontro organizzato ieri sera dal Comitato del quartiere Quattro Marine, in zona Fontespina, nato per fare chiarezza sull’antenna che rischia di sorgere in via Caracciolo.
Il presidente Mauro Rogani aveva invitato l’attuale amministrazione e i candidati sindaco alle prossime elezioni per ricevere una corretta informazione sull’installazione dell’antenna che i cittadini vorrebbero scongiurare.
Assente il sindaco Fabrizio Ciarapica, che ha assicurato la sua partecipazione ad un secondo incontro da programmare per la prossima settimana, presenti invece la candidata sindaca Silvia Squadroni, il consigliere pentastellato Stefano Mei che la sosterrà, e Francesco Micucci, ex consigliere regionale del Pd.
Gli interventi
«Siamo tutti d’accordo nell’attendere una soluzione da parte del sindaco – ha spiegato Rogani – Si è impegnato a darci risposte concrete la prossima settimana: dobbiamo dargli atto che si sta impegnando per fare chiarezza sulla questione che preoccupa molto la cittadinanza. La sua assenza era giustificata da un impegno istituzionale di cui siamo stati informati per tempo. La posizione dei residenti è chiara: non vogliamo l’antenna e gli amministratori debbono trovare una soluzione. Siamo fiduciosi che si trovi il prima possibile e, per farlo, la tutela deve essere dettata dal piano antenne. Siamo stanchi delle solite chiacchiere: ci aspettiamo una soluzione netta e decisa».
Ferme anche le posizioni della Squadroni, di Mei e di Micucci che concordano sulla necessità di prendere tempo e stoppare momentaneamente l’iter di installazione dell’antenna in questione, in attesa che il piano antenne venga esposto alla cittadinanza e presentato in consiglio comunale. «Il piano antenne giace in amministrazione da mesi – ha sottolineato la Squadroni – . Leggendo le delibere, si vede chiaramente che il progetto fatto dall’ingegnere è stato presentato da tempo e non voglio – precisa – che la colpa venga fatta ricadere sul professionista incaricato. La colpa è solo dell’amministrazione comunale che, a seguito della ricezione del progetto, non ha mai convocato la conferenza dei servizi e portato il piano in consiglio comunale per l’approvazione. Riguardo il caso specifico – aggiunge – il sindaco si deve prendere l’impegno di congelare in questo momento l’iter dell’antenna che vuole essere posizionata. Bisogna passare prima tramite il confronto pubblico con la cittadinanza che va informata: non è vero che è contraria a prescindere. È giusto che abbia chiarezza e trasparenza».
Sulla stessa linea il consigliere dei 5 Stelle, Mei. «La nostra posizione è chiara dal 2017 – esordisce – perché abbiamo presentato una mozione per istituire il piano antenne per la città ed è stata votata all’unanimità. Anche la parte politica del centrodestra, che allora era all’opposizione, la votò. Ci chiediamo come mai non sia stato fatto nulla. Nel 2019 è stato dato l’incarico a un tecnico per redigere il piano antenne che c’è, è stato pagato, ma questa amministrazione non lo ha mai portato in consiglio comunale. In mancanza di questo strumento legislativo, di fatto, Civitanova non può impedire che un privato giunga ad un accordo con una compagnia telefonica e installi nella sua area una antenna a norma di legge. Ora servirebbe che il sindaco tirasse fuori un po’ di coraggio per opporsi all’antenna in questione. Si arriverà ad un ricorso al Tar, ma nel frattempo può essere esposto e applicato il piano antenne. Ci dispiace che, come al solito – l’affondo – i chiarimenti da parte dell’amministrazione non arrivano perché all’incontro ieri sera c’eravamo solo noi: la maggioranza era assente, così come molti altri candidati. È bene sottolineare anche che attualmente non esiste nemmeno un censimento delle antenne presenti nel territorio comunale e questo è un grave problema che deve essere affrontato».
Anche Francesco Micucci ricorda l’impegno per la normativa sugli impianti elettromagnetici in Regione. «Era il 2017 – dice – quando il documento è stato approvato per dare una sponda ai Comuni che realizzavano i piani antenne e poi subivano i ricorsi da parte delle aziende perché mancava un appiglio giuridico. La legge regionale prevede che i Comuni realizzino i propri piani delle antenne condivisi con la cittadinanza e le aziende. Di tutto questo, Civitanova ne ha fatto carta straccia: dal 2017 il Comune ha impiegato due anni per affidare l’incarico a un tecnico per la realizzazione. La bozza del progetto è arrivata dopo un anno e mezzo ma poi l’iter si è fermato. Non dico che il piano delle antenne possa fermare il mare con le mani, ma potrebbe almeno veicolare il fiume, usando un paragone. Invece – attacca – ci troviamo di fronte alla solita sciatteria di questa amministrazione che, sulle cose utili, non fa nulla e poi va dietro alle varianti che portano introiti e consensi. Per quell’antenna il Comune può poco – ammette anche lui – si può solo fare un’opera di rinvio che, almeno, serva a prendere tempo e dia il diniego alla realizzazione dell’opera, poi ci saranno i ricorsi, ma in questo modo, la prossima amministrazione che ci auguriamo non sia quella Ciarapica, si prenderà l’impegno di proseguire con la conclusione dell’iter del piano antenne».
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