La sede del Pd Macerata in via Spalato
di Giovanni De Franceschi
“La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni” è una frase spesso attribuita a Karl Marx. Ribaltandone un po’ il senso, oggi, si potrebbe dire che la strada verso il congresso del Pd Marche è lastricata di buone intenzioni, ma basteranno per arrivare a una soluzione “onorevole” che porti il partito fuori dal pantano? Difficile essere ottimisti, se anche da Macerata arriva la convocazione di una conferenza stampa per la presentazione dell’area “Per un nuovo Pd”. Per inciso, con un mail firmata “misteriosamente” dal gruppo promotore. Anche se è facile azzardare chi siano i firmatari e tra loro c’è chi di nuovo non ha poi molto.
Insomma, la situazione si fa sempre più ingarbugliata. Ma andiamo con ordine. Il 5 marzo, appena 12 giorni fa, il summit ad Ancona tra i dirigenti locali e gli emissari inviati da Roma Matteo Mauri e Marco Meloni sancisce la candidatura unitaria di Irene Manzi a segretaria regionale. Alla decisione si oppone subito con forza la consigliera regionale Manuela Bora, ritenendo che la strada maestra da recuperare è quella di ascoltare elettori ed iscritti, quindi quella delle primarie. Così l’ex assessora della giunta Ceriscioli annuncia ufficialmente la sua candidatura. E gli equilibri cambiano. Quella che molti avevano definito una candidatura kamikaze, comincia ad assumere un altro peso. Le sue argomentazioni, infatti, pare che inizino a far breccia e trovare consensi, anche a Macerata dove in teoria la Manzi avrebbe dovuto ottenere la quasi unanimità dei consensi. Ed ad avvicinarsi alle idee della Bora, sembra siano stati Romeo Renis, Sonia De Gaetano, Renato Pasqualetti, Massimo Lanzavecchia e Alferio Canesin, che si portano dietro un’altra 25ina di iscritti, insomma il gruppo che in città aveva già contestato l’elezione di Ninfa Contigiani a segretario e che ora, salvo sorprese, dovrebbe essere lo stesso che presenterà l’area “Per un nuovo Pd”.
Fatto sta, che pochi giorni dopo anche le federazioni di Ascoli e Fermo si riuniscono e decidono di rilanciare la candidatura di Augusto Curti, uno dei due sfidanti che aveva fatto un passo indietro insieme ad Antonio Mastrovincenzo in favore della proposta unitaria di Manzi. E che pare portarsi dietro anche alcuni “sponsor” pesaresi che già aveva all’inizio. Il ragionamento è più o meno questo: se primarie devono essere, allora ci siamo anche noi con Curti.
Augusto Curti, Irene Manzi e Manuela Bora
A questo punto sembra improbabile che la candidatura di Manzi possa restare in piedi, visto che l’unitarietà si è dissolta prima ancora che potesse prendere una forma concreta. Il Nazionale non ha neanche fissato le tappe del congresso. Lei oggi, contattata da Cronache Maceratesi, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. E già questo lascia intendere che tira un’ariaccia. Ora però restano due strade, tra cui scegliere, sempre che non si voglia tirare ancora per le lunghe. La prima, che il Nazareno si rimangi tutti i bei discorsi sulla candidatura unitaria e lasci che il Pd Marche faccia il suo corso, o meglio, finisca lo scontro con le primarie. Ma in questo caso dovrebbe fare in fretta a indire il congresso, perché alle porte ci sono le amministrative, e non sarebbe il massimo far sovrapporre le due cose viste le condizioni di partenza. La seconda, forse la più plausibile ad oggi, commissariare ancora una volta il partito. Ma con un’orizzonte ben più ampio e con un nome capace di tenere buoni tutti fino a dopo le politiche. Tanto per intendersi, possibilmente un nome del territorio, fuori dalle correnti, senza alcun interesse personale a ricoprire ruoli vari e con una certa autorevolezza. E che soprattutto sia in grado di traghettare il partito fino a dopo le elezioni per il Parlamento del 2023, i cui giochi per le candidature inizieranno inevitabilmente a fine anno. E non promettono niente di buono, su una strada già lastricata di tante buone intenzioni.
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Ma tutte ste correnti, non vi trascinano mai in qualche gorgo demoniaco? Acquaroli alla Regione, Parcaroli indipendente fino alla maturità politica ed altamente suggestiva, quella della Lega Salvini avvenuta un attimo dopo esser diventato l’eletto a Macerata, CPK a Civitanova e qui per quanto non ci si aspettava un debordamento totale ( debosciamento istituzionale che così gli diamo un titolo onorifico) dovuto alla precedente e poco capita amministrazione famosa solo per aver sottratto La Lube a Macerata cosa che ha portato sfortuna a tutti e adesso pure alla squadra) e ancora avete tanta voglia di agitarvi?
Le vostre solite dichiarazioni a parole, mentre con i fatti “zero carbonella”.