Miccini a gamba tesa sulla politica:
«Più soldi nella busta paga dei lavoratori
o ci sarà una caduta verticale dei consumi»

ECONOMIA - Il ceo della Giessegi di Appignano: «Ingiustificata l'euforia per la crescita del Pil, è dovuto in gran parte all'aumento delle materie prime. Se non si interviene sul cuneo fiscale, in modo che gli operai abbiano stipendi più alti, il poterà d'acquisto crollerà»

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Gabriele Miccini, amministratore della Giessegi

 

«Non mi spiego tutta questa euforia per l’aumento del Pil, per me è ingiustificata ed è sintomo o di ignoranza o del fatto che ci stanno prendendo per i fondelli». Così Gabriele Miccini, ceo della Giessegi di Appignano, azienda leader del settore mobili, entra a gamba tesa sull’attuale situazione economica del Paese e soprattutto su come la sta affrontando la politica. «L‘aumento delle materie prime è quantomai notevole – spiega Miccini – va dal 20 al 30%, dal truciolare al cartone, plastica, alluminio, ferro, trasporto, carburanti, con i rincari che sono iniziati anche nel settore alimentare. L’inflazione sta già superando il 3%, valore più alto dal 2012 e se non ci sarà un adeguamento degli stipendi, vedremo una caduta verticale dei consumi perché crollerà il potere d’acquisto. Per cui non si spiega l’euforia per la crescita di sei punti percentuali del Pil, è evidente che la crescita è dovuta in gran parte all’aumento dei listini. In tutto questo la Cina la fa da padrone, perché controlla la gran parte delle materie prime e ce le manda col contagocce. Questi sono i problemi di cui ci si dovrebbe occupare, ma se ne parla sempre meno. Si preferisce parlare del prossimo presidente della Repubblica o di come continuare a sovvenzionare i fannulloni con la manovra di bilancio. Inizio ad essere sfiduciato anche da chi ci sta governando adesso, sono scollati dalla realtà, e non basta un ottimo capo. Un esempio? Il green pass per i lavoratori: io lo dicevo già due mesi fa che era più logico lasciarlo alle aziende nel caso dei vaccinati, così da diminuire i controlli e le perdite di tempo. Loro ci sono arrivati adesso». Ma Miccini non si ferma ad evidenziare le criticità, propone anche delle soluzioni. «Torno a ribadire – aggiunge il ceo della Giessegi – che gli aumenti di livello degli operai debbano andare tutti in busta paga, mentre adesso per ogni scatto il lavoratore incassa solo 1/3 del totale e il resto va allo Stato. Si potrebbero usare i fondi del Reddito di cittadinanza, una misura deleteria per l’Italia, per finanziare la diminuzione del cuneo fiscale, così che i soldi vadano nelle tasche di chi lavora e non di chi non fa nulla. In questo modo si ovvierebbe anche al problema della mancanza della manodopera, mentre le persone in difficoltà si possono sostenere aiutando organizzazioni come la Caritas.  Se non si riducono il costo del lavoro e la tassazione sui redditi e non si aumentano i posti di lavoro (noi adesso siamo al massimo storico di 612 dipendenti e non so se riuscirò a tenerli tutti anche l’anno prossimo), l’Italia farà fatica a ripartire veramente. Alta tassazione, sprechi, burocrazia rappresentano dei forti disincentivi agli investimenti. Per questo servono delle riforme radicali, a partire dalla sburocratizzazione, o questo governo è in grado di farle o è meglio che si vada alle elezioni».

(redazione CM)

 



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