Arrampicata fatale per Francesco,
ultrarunner e spirito libero

PIORACO - Francesco Gentilucci, 34 anni, matelicese, si trovava alla palestra di roccia quando è scivolato precipitando per 15 metri. E' morto dopo il trasporto in ospedale. La sua è stata una vita dedicata a vari sport, tra questi la corsa (è stato autore di numerosi articoli su riviste e blog specializzati). Il vicensindaco di Matelica: «Siamo tutti sconvolti». Lascia i genitori e due fratelli

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Francesco Gentilucci durante una corsa

 

di Monia Orazi

Un pomeriggio di allenamento sulla palestra di roccia nella zona della cartiera di Pioraco è finito in tragedia. Era un esperto di arrampicata sportiva ma non solo, il 34enne Francesco “Paco” Gentilucci, che nel sole del pomeriggio si stava arrampicando lungo la parete rocciosa. Per una tragica fatalità è scivolato, cadendo a terra da una quindicina di metri, intorno alle 15,30. Sono stati immediatamente allertati i soccorsi da altri arrampicatori (la palestra di roccia è molto frequentata, specie nelle belle giornate, dagli appassionati). Sul posto è giunta l’eliambulanza, i sanitari del 118 hanno visto che per i traumi riportati il giovane non era trasportabile, hanno deciso di portarlo a Camerino, l’ospedale più vicino, dove il suo cuore ha cessato di battere intorno alle 18. Il corpo è all’obitorio dell’ospedale di Camerino, a disposizione della procura e potrebbe essere disposta l’ispezione cadaverica.

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I soccorsi sul posto

«Ho saputo dell’accaduto e sono rimasto sconvolto – ha detto il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi – una tragedia che lascia profonda tristezza, davanti a eventi del genere si fa fatica a trovare le parole». I medici hanno tentato di tutto, ma erano troppo gravi i traumi riportati. La notizia si è subito diffusa anche a Matelica. «Siamo tutti sconvolti, è una tragedia che colpisce tutta la nostra città, una vita giovane spezzata tragicamente, profonda tristezza», ha detto il vicesindaco di Matelica, Denis Cingolani. Un appassionato di corsa, di ultrarunning, ma non solo. Tra le sue passioni c’erano anche le scalate, la bici. Sul blog del gruppo Destination unknown che racchiude appassionati, appunto, di running, lui viene presentato in questo modo: «Jack of all trades: scia, scala, nuota, pedala, corre e per fortuna che almeno ha smesso coi pattini. Denominatore comune delle attività fatte: che siano dolorose e deleterie per la salute mentale e/o fisica. Disegna, scrive e pubblica l’unica vera fanzine di corsa mai esistita. Se non è in movimento, lo trovate sotto al palco di qualche concerto hardcore o in viaggio, ovviamente verso destinazione sconosciuta. Allena e gareggia con pari entusiasmo, ed oltre a seguire i suoi atleti, lascia cadere lì con noncuranza un milione di idee».

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Francesco Gentilucci

La vita di Francesco è stata profondamente legata a momenti in cui ha praticato i suoi sport preferiti. Non solo, è stato autore anche di diversi articoli su riviste come Spirito Trail, e su un blog dedicato alla passione dell’ultra running, Runlovers. Una passione poi, quella per l’ultrarunning, che lo portava spesso in giro per partecipare a competizioni sportive, non solo in Italia ma anche all’estero. Francesco Gentilucci era anche un appassionato blogger, ne ha gestiti alcuni sulla piattaforma Tumblr, da uno di questi ha creato un periodico cartaceo ed una gara ad invito. Spirito libero ed anticonformista quello del giovane, era appassionato anche di musica punk. Ha scritto su testate indipendenti, tanti articoli sugli sport che amava. Ecco cosa ha scritto su un blog indipendente: «Credo che la corsa possa rappresentare anche una rivoluzione reale se messa in luce nel momento storico in cui viviamo, dove la persona media è in sovrappeso, guida una macchina che brucia ossigeno inquinando il mondo anche per andare a comprare il pane e nelle palestre le persone si affollano per fare “attività cardio” sui tappeti meccanici. Proprio per questo spesso sono veramente stufo nell’apatia e mediocrità che mostrano gran parte dei corridori cosiddetti di élite: nel 2020 un ultrarunner non può limitarsi a vincere le gare e stabilire record, ma deve impegnarsi politicamente nella preservazione dell’ambiente in cui corre e nei valori di eguaglianza che la corsa propone. Detto come mi piace dire: anche i brutti corrono, spesso più forte di te». Sconvolti i familiari, il padre Piergiorgio è stato per molti anni direttore delle Poste di Macerata, oggi è in pensione, la mamma Elena, insegnante, e due sorelle, una più grande e l’altra più piccola.

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