Notaio condannato a 3 anni per falso ideologico in atto pubblico: era accusato per una donazione fatta da un anziano di 82 anni che secondo l’accusa non era capace di intendere e di volere. Si trattata della donazione ai nipoti dell’anziano, di un terreno edificabile e di una casa, del valore di circa 500mila euro. Sotto accusa era finito il notaio Roberto Morbidelli che ha lo studio a Recanati. A denunciare era stata la figlia dell’anziano, che si è costituita parte civile al processo, e che aveva scoperto della donazione dei beni dopo la morte del padre. I fatti risalgono al 2015 quando il notaio Morbidelli era andato in ospedale dove si trovava l’82enne. Il legale della figlia dell’82enne, l’avvocato Claudio Cardia, all’epoca dell’udienza preliminare aveva spiegato che l’anziano «era in una situazione conclamata di demenza. Il notaio ha fatto firmare la procura speciale alla moglie per donare tutto ai nipoti, figli di suo. La moglie due giorni più tardi ha fatto la donazione ai nipoti». L’82enne era poi morto a meno di un mese di distanza. Al processo, che si è svolto al tribunale di Macerata, dove ieri c’è stata la sentenza, era stato sentito il notaio, assistito dall’avvocato Paolo Maggini. Morbidelli aveva detto di aver operato correttamente, «ha detto che non vi sono in questi casi obblighi di accertarsi dello stato di salute del soggetto, si deve sommariamente rendere conto della capacità di quello che sta facendo» spiega l’avvocato Cardia.
(Gian. Gin.)
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