Gianna Nannini all’arena Gigli di Porto Recanati
di Francesca Marchetti
Niente da fare, i fan di Gianna Nannini sono scatenati, amano alla follia la cantautrice senese e lo hanno dimostrato al concerto di ieri sera all’Arena Gigli di Porto Recanati. Il tour estivo della rocker intimista, “Piano forte, La differenza”, nei migliori teatri all’aperto dello stivale, ha fatto tappa nelle Marche con l’unica data del 1 settembre. Poco è stato necessario per infiammare gli animi che già dalle prime canzoni hanno trasformato l’aria settembrina in un’aria di festa, di parole e melodie liberate all’unisono e talvolta in cori da stadio. Gianna Nannini ha pensato il concerto nelle due vesti della sua musica, intima e grintosa, che non si chiude alle differenze ma le canta e le espone. Con lei sul palco il suo pianoforte, quello del maestro Christian Rigano, che la segue nel tour, e una tastiera.
L’inizio è stato soft con il brano omonimo dell’ultimo disco, “La differenza”, una ballata romantica agrodolce che conquista subito e “Vieni ragazzo” che approfitta del bel gioco di luci per sottolineare la grande interpretazione che sa dare Nannini da quarant’anni. Reduce da una brutta caduta qualche giorno prima, Gianna ha subito tranquillizzato il pubblico e durante il concerto non si è risparmiata. Gioca con la voce e a fare balletti sulla successiva “Fenomenale”, e i fan delle prime file non si tengono più sulla sedia. «Tanta roba qui» scherza la rocker.
Si sentono forse un po’ troppo le basi durante tutto lo spettacolo, non così strumentale come annunciato. Resta il fatto che “Motivo” ha un bell’impatto sul pubblico che apprezza molto il brano originariamente cantato con Coez. Arriva “Profumo” che apre il set di classici con “Ragazzo dell’Europa” “America” “Fotoromanza” e “I maschi”, un mix di sensualità, sound e atmosfere anni 80 e storie di ragazze e ragazzi che fanno sognare, ricordare o riflettere. Inutile dirlo, l’Arena è incontenibile.
Ed ecco che dopo il “forte” arriva il “piano”. “Notti senza cuore” vede protagonisti Gianna Nannini e Christian Rigano in un delicato duetto al pianoforte, poi il maestro esce e “Una luce” viene eseguita allo strumento in solitaria, mettendo in risalto le qualità di musicista e cantante.
“Sei nell’anima”, con gli archi in sottofondo, avrebbe meritato un unplugged vero e proprio, ma è uno degli inni preferiti dai presenti così come “Io” che gioca con l’elettronica e, di nuovo, con la grande partecipazione del pubblico. Immancabile “Bello e impossibile”, anche se dall’arrangiamento un po’ confuso, a cui segue un brano totalmente diverso, a ribadire le due anime musicali di Nannini. È un omaggio a Zucchero, la sua “Diamante” viene adottata dalla senese che la interpreta con grande stile, il suo.
Palloncino azzurro, cinque minuti di pausa e Gianna Nannini e il maestro tornano sul palco, con l’Arena in piedi, ed esce fuori una bellissima ballata rock-blues, “California”, rispolverata dal 1979, suonata a quattro mani con grande trasporto. Esattamente come succede per la dolce e appassionata “Oh marinaio”, che vede la Nannini sola al piano.
È il momento del clou finale, dedicato alla speranza e al sapore dolce della nostalgia. “Meravigliosa creatura” è un tripudio di emozioni, di «Amo la vita» ripetuta a perder fiato che al giorno d’oggi si carica di un significato ancora più profondo, canta di fragilità e grinta che è quello di cui abbiamo bisogno.
Che dire di “Un’estate italiana” (meglio nota come “Notti magiche”, scritta con Edoardo Bennato e il grande Giorgio Moroder), dell’energia che dal 1990 coinvolge tutti in una emozione collettiva sì legata al calcio, ma soprattutto allo stare insieme senza pensieri. Il coro è giustamente da stadio, da fine concerto.
E invece no. Il calore del pubblico va ripagato. Gianna Nannini torna sul palco e sola al pianoforte conclude con “Uò uò”, altro successo di inizio anni 80. E “di cose non dette tra tante parole” c’è la fiducia di ritrovarla ancora in tour e per tante date.
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grande la Nannini!