Riapre la chiesa della Madonnella,
un desiderio diventato realtà
«Ricordo la processione quando ero bimbo»

USSITA - Giuseppe Brandi, conosciuto da tutti come Peppe da San Placido, ha condiviso la sua idea, con altri volontari della zona che hanno coinvolto la sindaca Silvia Bernardini e il vescovo Massara

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La chiesa della Madonnella

 

di Monia Orazi

Torna dopo 60 anni la festa della Madonna del Pian della Croce, che gli ussitani chiamano la Madonnella, una piccola chiesetta che si trova proprio alla fine della strada che conduce a Frontignano, all’incrocio con la strada che porta a San Placido, poco prima del cartello con scritto Frontignano, sua maestà il Bove sullo sfondo. La tenacia e la caparbietà di chi da piccolo partecipava a quella festa, l’hanno riportata in vita. La chiesetta che negli anni è stata usata come deposito dai pastori è stata ripulita ed appare completamente trasformata, la Madonnella è attualmente in fase di ristrutturazione da parte del Comune di Ussita e dell’Arcidiocesi di Camerino: presto sarà riaperta e restituita alla comunità. Di notte la sagoma è evidenziata da una serie di bellissime luci, intorno è stata messa la staccionata in legno, allestita con tavoli e panche per chi vuole sedersi all’aperto e godere dell’impagabile panorama montano.

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L’immagine della Madonna originale è stata riprodotta all’interno

Bisogna fare un salto indietro di oltre mezzo secolo, come racconta Giuseppe Brandi ideatore dell’iniziativa che da quattro anni ha portato avanti l’idea ora concretizzatasi di ripristinare questa piccola, ma sentita tradizione. «Ero un bambino ma ricordo che ogni anno un quadro raffigurante una immagine della Sacra Vergine con il bambino che aveva in mano una rosa rossa, detto Madonna della Rosa, veniva portato in processione agli inizi di maggio, dalla chiesa di San Placido sino a Frontignano e poi riportato a settembre, da Frontignano a San Placido. Era una processione molto seguita dalla popolazione, si faceva tradizionalmente per invocare un raccolto fruttuoso. All’epoca a San Placido e Frontignano si seminava il grano. Poi piano piano la zona si è spopolata fino a quando, dal ’62, questa processione non si è più fatta, ma io ero bambino la ricordo e ho voluto riproporla. Tutto è nato da una chiacchierata durante la redazione della guida su Ussita ed io con gli altri, ricordando quella bella iniziativa abbiamo iniziato a pensare di poterla riproporre», racconta l’uomo. Da un desiderio si passa all’azione, i promotori contattano il vescovo di Camerino monsignor Francesco Massara che compie un sopralluogo di persona, anche il sindaco di Ussita Silvia Bernardini ha assicurato il supporto del Comune per l’iniziativa. Olio di gomito e tenacia, domenica 29 agosto dalle 10.30 si potrà ammirare il risultato di questo lavoro.
Giuseppe Brandi, conosciuto da tutti come Peppe da San Placido racconta: «La chiesetta che originariamente era una piccola edicola, poi è stata ampliata diventando nella parte anteriore un rifugio per coloro che venivano in montagna, un piccolo riparo per le tempeste. Nella parte posteriore, separata dalla prima solo da un cancello e c’era la zona di culto vera e propria e c’era una piccola nicchia con un antichissimo affresco. Vi si poneva da maggio a settembre il quadro della Madonna della Rosa. Il quadro originario è andato smarrito, se ne sono perse le tracce ma io avevo una piccola riproduzione l’ho ingrandita e l’ho posta dentro questa chiesetta in occasione di questa riapertura. Abbiamo messo anche una foto di tante persone di San Placido che partecipavano questa processione, ci sono anche io che all’epoca avevo tre anni è un modo anche per rendere omaggio e ricordare chi non c’è più».

L’iniziativa, a cura di Proloco Ussita 7.1 e C.A.S.A. con il patrocinio del Comune di Ussita, vuole essere il primo passo verso il recupero di una tradizione risalente alla fine del secolo XV e protratta fino a metà del secolo scorso, grazie al ricordo ancora vivo di chi ha vissuto quella ricorrenza ormai perduta. La giornata di festa inizierà con i saluti istituzionali della sindaca Silvia Bernardini e la celebrazione della  messa, per poi proseguire con mercatini e stand gastronomici. L’augurio per il 2022 è quello di riorganizzare insieme alla popolazione entrambe le feste tradizionali ad essa legate (primavera e autunno), inclusi i giochi di una volta e le ricostruzioni storiche.



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