Banca condannata a rivedere il saldo di un imprenditore, mancava il contratto scritto di conto corrente, gli spettano 23mila euro in più. Lo ha deciso il tribunale di Macerata che ha dichiarato la nullità di clausole e condizioni economiche applicate, e ha condannato la banca alla rideterminazione del saldo a favore del correntista. Si tratta di un piccolo imprenditore do Corridonia, assistito dall’avvocato Remo Fazzini, che ha vinto una causa civile in materia di contratti bancari avviata contro la “Nuova Banca delle Marche”, poi “Ubi Banca”. La sentenza è stata depositata il 31 luglio scorso, «è stata accertata dal giudice la mancanza del contratto originario di apertura del conto corrente – spiega l’avvocato Fazzini -, in violazione dell’obbligo della forma scritta ad substantiam, rilevando di conseguenza la nullità delle pattuizioni. Il pronunciamento della nullità ha comportato la sostituzione del tasso di interesse applicato negli anni precedenti – continua il legale -, ma mai formalmente accettate dal correntista, con il tasso legale, oltre all’esclusione di tutte le altre commissioni ed oneri, non specificamente contrattualizzate». I conti li ha fatti un consulente su autorizzazione del giudice che ha svolto una perizia ricostruendo la differenza contabile in favore del cliente della banca: gli spettano 23.336 euro. La cifra è stata indicata dal giudice nella sentenza, in cui si stabilisce anche la condanna della banca al pagamento delle spese legali.
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