di Mauro Giustozzi
Lavoratori stranieri irregolari alloggiati in garage o negli stessi edifici dove lavorano, dipendenti di aziende inquadrati come metalmeccanici che fanno invece gli edili, mancanza di controlli nei luoghi di lavoro anche in casi di appalti che riguardano enti pubblici, buste paga dove non compare mai la voce straordinario e il rimborso delle spese della trasferta dei lavoratori. Il post covid è identico a quello che c’era prima. Con l’aggravio di norme e regole che in alcuni casi, come il settimanale di cantiere o il budge elettronico, che sarebbero già dovute entrare in vigore, in rarissimi casi vengono utilizzati dalle imprese.
Matteo Ferretti
La denuncia viene stavolta direttamente dai lavoratori di ben quattro aziende che operano sul territorio provinciale e non solo che, attraverso i responsabile della Fillea Cgil di Macerata, le hanno fatto conoscere, con tanto di nomi delle imprese, dove queste irregolarità sono state riscontrate e per le quali partirà un iter sindacale- giudiziario con altrettante denunce basate su quanto raccontato dai lavoratori stessi. Ad illustrare questo quadro assolutamente preoccupante, che riguarda sia i territori del cratere sismico che quelli al di fuori, sono stati il nuovo segretario provinciale della Fillea, Matteo Ferretti, assieme a Massimo De Luca. Il caso più eclatante, e che ne ricorda da vicino uno vissuto nella prima fase della costruzione delle sae nell’entroterra, è quello di due lavoratori romeni arrivati in Italia non si sa come, con inquadramento e busta paga che ora è oggetto di verifica da parte del sindacato, lasciati a vivere in condizioni igienico-sanitarie impossibili e ‘salvati’ dal connazionale Constantin Pascu che per la Fillea segue questi casi al limite.
«Questi due romeni – ha detto Ferretti – hanno lavorato alla ristrutturazione di un albergo ad Urbino e in un cantiere di Osimo per la ditta 2G Costruzioni di Jesi che ha dei lavori in subpappalto dalla Domeus e venivano spesso lasciati a dormire nei luoghi di lavoro, attingendo acqua per lavarsi nelle fontanelle pubbliche. Grazie all’opera di Pascu siamo riusciti, superando anche situazioni di minacce personali, a sottrarre questi romeni da una condizione invivibile ed ora, grazie alla sensibilità di un’azienda edile maceratese, hanno un alloggio dignitoso ed una busta paga regolare per il lavoro che fanno. Sulla questione contratti non applicati una procedura è in corso nei confronti dell’Ant2 di San Claudio di Corridonia che ha ben 14 dipendenti tutti contrattualizzati metalmeccanici e nessuno edile mentre le lavorazioni che vengono effettuate nei cantieri aperti dentro e fuori dal cratere sono edili. In questo caso la situazione è ancor più grave perché questa ditta ha alcuni cantieri di opere pubbliche in corso come quello della sede della Guardia di Finanza di Civitanova e di Ancona, case popolari Erap a Montecosaro e Civitanova, l’Itis a Fabriano. Possibile che nessuno controlli chi opera in quei cantieri e con quali contratti. In questo caso, oltre alla diversa retribuzione del lavoratore vengono persi elementi contrattuali come i versamenti alla Cassa Edile». Ma non finisce certo qui il quadro poco edificante della situazione nel settore dell’edilizia in quanto c’è il caso di un dipendente italiano inquadrato con busta paga da metalmeccanico e versamenti alla Cassa Edile.
Massimo De Luca
«In questo caso parliamo di un lavoratore –prosegue Ferretti – che lavora per la Costruzioni Future di Castelraimondo che ha appalti pubblici come il rifacimento di marciapiedi a Macerata, Recanati e Gubbio e case Erap a Jesi. Ebbene l’inquadramento è da metalmeccanico ma vengono versati i contributi alla Cassa Edile. Abbiamo interpellato i quattro comuni coinvolti ma nessuno è stato in grado di dare delle risposte certificando chi e con quale inquadramento lavorasse in quei cantieri. Infine l’ultimo caso riguarda delle buste paga con inquadramento regolare, ma nelle quali non esiste un’ora di straordinario e soprattutto manca il rimborso della trasferta del lavoratore. Si tratta della Eugeni Pericle srl di Matelica per la quale, lavorare in cantiere dalle 7 del mattino alle 17,30, vale solo 8 ore, mentre dell’integrativo che riguarda trasferte e mensa non c’è nulla, così come di quel tempo in più speso dal dipendente per raggiungere un determinato luogo di lavoro non c’è traccia. C’è stata un’interlocuzione con Confindustria Macerata ma attendiamo ancora una risposta in merito. Anche perché si tratta di un pregresso da rimborsare ai lavoratori che in molti casi è di parecchi anni indietro». Un quadro non dissimile da quello degli anni passati e che, se non ci sarà un maggior rispetto di norme e contratti della categoria edili rischia di diventare una bomba sociale- lavorativa con l’avvio di centinaia di cantieri della ricostruzione. ù
«Si rischia ancora una volta la giungla come accadde con le prime sae – lancia l’allarme Massimo De Luca– Noi vogliamo poche regole ma certe. Quindi badge di cantiere, durc per congruità, settimanale di cantiere quest’ultimo già obbligatori da 4 anni. Sapete quante ditte che lavorano in provincia hanno adottato il badge di cantiere sperimentale: solo due e sono Gravina a Tolentino e Gaspari a Camerino. E tutte le altre dove sono? Perché non adottano questo strumento che dà certezza di sapere chi e come è inquadrato dentro quel cantiere. Nel dicembre 2020 abbiamo firmato col Comune di Macerata, su spinta dell’impresa Francucci che ha vinto l’appalto, una convenzione per l’uso del badge nel cantiere del Centro Fiere di Villa Potenza. Ebbene quei lavori sono partiti da mesi ma non c’è traccia di questo strumento. Chiediamo al Comune di Macerata di dar seguito al protocollo firmato. C’è un modello maceratese per la ricostruzione ed i lavori nell’edilizia: che lo si adotti praticamente e non ce ne si riempia la bocca in occasioni di convegni o webinar per lasciare poi tutto lettera morta. Così come nessuno si preoccupa delle migliaia di lavoratori che arriveranno da fuori regione per la ricostruzione, solo nel maceratese parliamo di più di 1500 unità. Dove li faremo alloggiare, dove gli daremo le mense? Se non si interviene rapidamente i casi di operai italiani e stranieri segregati in garage o che dormono negli stessi edifici da riparare si moltiplicheranno a dismisura».
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