di Monia Orazi
Sono arrivati da tutta la regione gli irriducibili del ciclismo, che non si sono voluti perdere la storica tappa del giro d’Italia che per la prima volta ha riunito le Marche e l’Umbria, dopo la battaglia del Pian Perduto, transitando nel cuore del cratere sismico maceratese.
Dalla partenza alle grotte di Frasassi per Cerreto d’Esi, Matelica, Castelraimondo, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Visso, Castelsantangelo sul Nera, gran premio della montagna a Forca di Gualdo, Madonna della Cona, e poi giù via fino a Castelluccio, per risalire verso Pretare, Arquata sino all’arrivo ad Ascoli: a trionfare lo svizzero Gino Mader, nuova maglia rosa l’ungherese Attila Valter. Un forte acquazzone ha messo in difficoltà la carovana rosa a Pieve Torina, provocando un lieve ritardo sulla tabella di marcia. Vento e freddo non sono mancati assieme alla pioggia che ha bagnato anche l’arrivo, al termine della scalata del San Giacomo.
Striscioni, bandiere, cartelli di protesta hanno fatto da cornice alla partenza da Genga. Alzati sulla salita delle Serre, al confine tra Fabriano e Cerreto d’Esi, dai lavoratori di Elica al passaggio della carovana di ciclisti. Al presidio, regolarmente autorizzato, nella tarda mattinata di oggi ha preso parte una nutrita delegazioni di lavoratori e di rappresentanti sindacali che ha salutato il passaggio del giro rosa senza interagire con la gara ma esprimendo il proprio dissenso al nuovo piano industriale presentato dalla multinazionale di Fabriano, che prevede la delocalizzazione in Polonia di circa il 70% delle produzioni italiane, 409 esuberi e la chiusura della stabilimento di Cerreto d’Esi.
Un centinaio circa le persone presenti alla Cona, tutte distanziate e con mascherine, insieme a piccoli gruppi di ciclisti, tra loro anche il consigliere comunale di Macerata Alberto Cicarè, grande appassionato, che è partito con un altro amico di Macerata. Non sono voluti mancare nemmeno due pensionati di Potenza Picena, partiti questa mattina presto per prendere il posto. Da Esanatoglia con furore un gruppo di amici, che si definiscono il “tornante sei della Sarnano Sassotetto”, non si perdono una corsa ciclistica che transita da quelle parti, hanno apparecchiato a lato dell’ultimo tornante, con formaggi, salumi e vino, portando un piccolo panda come mascotte della gara, sperando che il giro d’Italia passi anche per la loro curva preferita. Da Fabriano un ciclista solitario, agonista di Umbria Marathon ha impiegato tre ore per non perdersi l’arrivo del gran premio della montagna. Un emigrato in Bulgaria è tornato qualche giorno prima in Italia, per vedere dal vivo la corsa.
Il piazzale della Cona ha ospitato un parcheggio improvvisato per decine di auto, qualche camper, con le persone che hanno atteso anche tre ore, prima di veder arrivare i propri beniamini.
Unici cartelli presenti quelli di un gruppo di amici di Montecassiano e Macerata, con sfottò come “Io sono andato a prugnoli”, una specie di funghi e “Gamberetti Maphia”. I piccoli spazi lungo la provinciale che da Castelsantangelo sale verso Castelluccio sono stati tutti occupati da auto, chi ha improvvisato un picnic sui prati intorno alla Madonna della Cona, è stato sorpreso intorno alle 14 da un violento acquazzone misto a grandine, poi la pioggia al passaggio della gara ha concesso una tregua. La mattinata si è aperta alle 12.15 a Castelsantangelo con la partenza di un’ottantina di atleti di varie discipline, in sella alle e bike, per la tappa Castelsantangelo-Ascoli Piceno. A dare il via alla kermesse parallela che ha anticipato la gara vera e propria il sindaco di Castelsantangelo Mauro Falcucci in fascia tricolore, che ha sventolato la bandierina. «Il giro richiama l’attenzione sui nostri territori da ricostruire – ha detto Falcucci – speriamo di tornare a dare una casa a tutti quanto prima, a 50 metri dalla partenza del giro e-bike c’è la stazione di ricarica di bici ed auto elettriche inaugurata un anno fa, per noi motivo di orgoglio avervi qua». Sono ben 23, tra i quali una decina di quelli più colpiti, i comuni del cratere sisma 2016 che sono attraversati oggi e lunedì da due tappe del Giro d’Italia 2021 di ciclismo. Nei Comuni attraversati dalla sola tappa di oggi sono stati censiti, subito dopo il sisma, 19 mila edifici inagibili, la maggior parte dei quali con danno grave: 2.400 a Camerino, 2 mila ad Arquata del Tronto, 1.400 a Pieve Torina, 1.200 a Visso. Le domande di contributo presentate nei 23 comuni del cratere toccati dal Giro, sono oggi, infatti, circa 5.200, con 2.540 richieste già approvate, e l’apertura di altrettanti cantieri di lavoro. Di questi circa la metà, 1.210 si sono conclusi con la consegna delle abitazioni alle famiglie che le abitavano.
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