Volontario della Croce Rossa
muore su una nave quarantena

CIVITANOVA piange Giorgio Carducci, 46 anni, stroncato da un malore. Da anni non viveva più nella città costiera ma aveva ancora molti amici

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Giorgio Carducci

 

di Laura Boccanera

Choc a Civitanova, muore su una nave quarantena Giorgio Carducci, volontario della Croce Rossa, psicologo e psicoterapeuta e attore di teatro. Aveva 46 anni. A stroncarlo un arresto cardiaco. Giorgio era originario di Civitanova dove era vissuto fino all’adolescenza in via Cesare Battisti. Si era trasferito poi a Roma con la famiglia ma il rapporto con la città di origine era rimasto stabile tanto che spesso tornava e incontrava i tanti amici e conoscenti. Un uomo sensibile, si era imbarcato volontario come psicologo su di una nave quarantena per i migranti della Croce Rossa ed è qui che la scorsa notte ha avuto il malore che gli è stato fatale. La notizia della sua morte è rimbalzata in serata a Civitanova lasciando gli amici nello sconcerto. Era un appassionato di musica barocca, aveva mille interessi e in passato aveva anche fatto parte della compagnia del Teatro Stabile delle Marche. Lascia il marito Eduan e la mamma. Lo ricorda il presidente nazionale della Croce Rossa Francesco Rocca: «Un grave lutto ci ha colpito la scorsa notte, Giorgio, un nostro giovane collega psicologo, è deceduto per cause naturali mentre svolgeva il suo servizio a bordo di una delle nostre navi quarantena. In queste ore i nostri psicologi si sono attivati per il sostegno alla famiglia e ai colleghi a bordo della nave. Questo uno degli ultimi pensieri pubblicato da Giorgio: «A tutti quelli che pensano che gli immigrati vengano per rubarci il lavoro vorrei far vedere gli occhi di una donna che scappa con la figlia perché non vuole che venga infibulata, vorrei far vedere i segni delle torture, le ferite da lavori forzati, le ustioni da benzina perché si è arrivati con i barconi sfidando un mare in tempesta. Non si lascia mai il proprio paese per uno sfizio. Chiudere gli occhi non rende persone migliori, non dà nessun diritto e, direi, nessuna scusa».



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