Un particolare delle opere che verranno esposte
Le Social Catenelle di Castelnuovo a Recanati tornano a far parlare di sé. A gennaio avevano messo in atto un bombardamento di fili con l’obiettivo di valorizzare luoghi “freddi” del quartiere. Ora invece affrontano il tema ambientale e in particolare la tutela del mare. Sono state infatti invitate a partecipare allo Yarn Bombing Festival.
Quest’anno a Milano, nel famoso quartiere di Lambrate, una delle zone centrali del “Fuorisalone”, avrà luogo un’edizione speciale dello Yarn Bombing Festival. L’evento, organizzato da Yarn Bombing Trivento, Formidabile Lambrate Hub/Art e l’associazione Made in Lambrate, Covid permettendo si svolgerà nei giorni 11, 12 e 13 giugno. A questa importante esposizione collettiva internazionale a scopo benefico sono state invitate ad esporre le “Social Catenelle”, il gruppo nato lo scorso anno che, su richiesta del comitato di quartiere Castelnuovo, per la giornata dell’Epifania , ha letteralmente attuato un “bombardamento di fili” con l’intenzione di “scaldare” i due luoghi freddi e privi di vita del rione: ex asilo Carancini ed ex monastero delle clarisse. L’intervento, accolto e apprezzato dall’Amministrazione come una “protesta gentile”, aveva l’obiettivo di stimolare un dibattito, che da quel momento è ancora in corso, per cercare una soluzione sul futuro dei due edifici abbandonati da anni e in stato di forte degrado. Accusate da alcuni per aver “tappezzato di centrini” la facciata dell’ex asilo intaccando la “storicità” dell’edificio e per aver sconvolto il “Piano del colore” comunale approvato qualche giorno prima, proprio grazie a quei lavori sono state invitate al festival. Cristina Tiberi, “yarnina” recanatese e anello di congiunzione tra le “Social Catenelle” e Yarn Bombing Trivento, ha guidato il gruppo nella realizzazione dell’opera “Toccare il fondo” lavorata all’uncinetto e dedicata al mare, consegnata in questi giorni per l’esposizione.
Nel testo di presentazione è scritto: «Quest’opera è la riunione di trame lavorate da tante mani con un unico filo conduttore: il rispetto per la natura e per l’ambiente. È una dichiarazione d’amore nei confronti del mare e uno stimolo ad averne cura. Nel perimetro infinito di un hula hoop, il vortice di un candido mandala cattura la vita del mare. Il suo intreccio è simbolicamente un “fare rete” per il suo bene, per salvarlo e, perciò, salvare noi stessi. Nel fondale, intrappolati tra i coralli, si confondono anemoni marini in plastica trasparente. La denuncia contro l’inquinamento dei mari causato dai rifiuti in plastica è solo ingentilita dalla forma ma, pur nella sua leggerezza, è forte e severa. Abbiamo toccato il fondo ed ora si può soltanto risalire. E così, insieme e d’accordo, ci siamo fatte “mare”». Per l’occasione è stato creato un logo che riassume l’essenza del gruppo: il profilo di Recanati decorato con lo Yarn Bombing, sostenuto da un uncinetto e un ago che cuce la trama del filato in unione al tessuto sociale della città.
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