Francesco e Federico Zeffiretti davanti al loro negozio, Jukebox All’idrogeno
di Francesca Marchetti
Dalla vetrina piena di vinili di “Jukebox All’idrogeno”, in corso della Repubblica a Macerata, Francesco e Federico Zeffiretti manifestano la loro delusione per la chiusura dei negozi di dischi. Da tempo i negozianti di musica sono in subbuglio, in quanto non è riconosciuto lo stesso status culturale riservato ai prodotti editoriali e sono costretti a tenere le saracinesche abbassate.
Francesco-Jukebox All’idrogeno
«Siamo stanchi, delusi e avviliti, – afferma Francesco – c’è una contraddizione incomprensibile nel tenere aperte le librerie e i negozi di dischi chiusi. È da un po’ che portiamo avanti questa protesta perché in un paese di cultura come l’Italia non è giustificata questa discriminazione. Anche a livello di imposte: da sempre l’Iva applicata al disco è del 22% come per i beni di lusso, mentre per l’editoria è al 4%. La musica, come il libro, è un bene necessario, e in periodi di chiusura come questo fa bene alle persone. L’Italia è il paese del bel canto, abbiamo una tradizione musicale incredibile. A Macerata abbiamo anche il festival Musicultura, che è apprezzato e seguito a livello nazionale e non solo, quindi perché relegare la vendita di musica in un angolo?»
La protesta dalle vetrine del Jukebox All’idrogeno
«Secondo noi i codici Ateco per le attività che possono rimanere aperte in zona rossa sono discutibili – continua -Dappertutto ci sono negozi aperti, alcune realtà hanno anche iniziato a vendere dischi e vinili. Noi invece siamo autorizzati soltanto alle spedizioni, e la consegna a domicilio non ha senso se l’obiettivo è ridurre gli spostamenti in zona rossa. Non ci è concessa la vendita d’asporto, che si potrebbe fare tranquillamente, la nostra è una vendita veloce, possiamo passare gli acquisti ai clienti anche senza aprire il cancello. I negozi di musica non creano assembramenti e rispettano le regole come tutti.
Francesco davanti al Jukebox All’idrogeno
Sono più di 100 giorni di lockdown, per noi come per altri la situazione è pesantissima, anche noi dobbiamo portare avanti la nostra attività, oppure sospendiamo le tasse. Così non si va avanti.»
L’ultima beffa una settimana fa: «Non rientriamo nel decreto Sostegni perché non abbiamo avuto perdite di almeno il 30% di fatturato tra il 2019 e il 2020. Proprio quando il mercato del vinile, negli ultimi anni, ci ha permesso di respirare, il messaggio che ci viene dalle istituzioni è “arrangiatevi”.»
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Queste sono le ingiustizie, in questi negozi non ci sarà mai assembramento,
Che cos’è la cultura? La cultura consiste molto nel chiacchierare… quello che chiacchiera di più è il più colto…
…quello che chiacchiera di più, CREDE, di essere il più colto; quello che chiacchiera di meno, o non chiacchiera affatto, continua ad avere dubbi anche su ciò che ha imparato. gv
La musica è una bene necessario, tanto quanto il libro.
“Add some music to your day” cantavano i Beach Boys perché
un giorno senza musica è un giorno grigio.
Teniamo acceso il jukebox
Si veramente una ingiustizia
Forse che becchini e preti
non ci sono a sotterrare?
https://twitter.com/i/status/1375155665547694085