di Gianluca Ginella
Tentato omicidio in corso Cavour, gli arrestati fanno scena muta davanti al gip. I legali: «Stiamo studiando le carte, valutiamo un ricorso al Riesame». In manette erano finiti due albanesi Enrriko Jashari, 22 anni, e Orges Falli, 34, che vivono a Macerata.
A entrambi viene contestato di aver preso parte all’aggressione al 36enne Daniele V., lo scorso 16 gennaio. Oltre a loro c’è una terza persona indagata. Si tratta di una donna che deve rispondere del reato di false comunicazioni al pm.
Secondo la procura di Macerata la donna conosceva uno degli indagati e avrebbe nascosto, una volta sentita dal magistrato, alcune circostanze di cui era a conoscenza. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati. Ad assisterla è l’avvocato Gabriele Cofanelli. Nell’ordinanza cautelare del gip emerge poi che un testimone aveva riferito che la donna lo aveva avvicinato chiedendogli di non dire chi fossero le persone che avevano partecipato all’aggressione. La donna quando era stata sentita aveva detto di non aver visto l’aggressione.
Intanto oggi al carcere di Montacuto di Ancona il gip Claudio Bonifazi ha sentito i due arrestati per l’interrogatorio di garanzia.
Sia Falli (difeso dagli avvocati Vando Scheggia e Mirela Mulaj) che Jashari (assistito da Scheggia e dal legale Marielvia Valeri) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. «Abbiamo ricevuto l’incarico di assisterli ieri e stiamo studiando e valutando il da farsi – dice Scheggia -. È probabile faremo ricorso al Riesame per chiedere l’annullamento dell’ordinanza o la sostituzione della misura cautelare». I due arrestati «negano di aver partecipato all’aggressione. Dicono che non c’erano proprio in quel momento in corso Cavour e che stavano entrambi da un’altra parte, per di più separatamente» aggiunge Scheggia.
I due albanesi sono stati arrestati nelle prime ore di sabato quando la Squadra mobile di Macerata, tratte le fila dell’indagine, ha eseguito i due ordini di custodia cautelare in carcere per entrambi. La procura contesta il tentato omicidio. Daniele V. a causa del pestaggio era finito in coma all’ospedale di Torrette di Ancona. Sei giorni dopo era stato risvegliato dai medici. L’uomo però non ricorda quello che era avvenuto in corso Cavour e non ha potuto fornire informazioni utili alle indagini.
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