Imprese under 35:
meno 3mila in 5 anni,
nell’anno del Covid 1.792 aperture

ECONOMIA - Sono 11.149 le imprese giovanili attive al 31 dicembre 2020 nelle Marche. Emanuele Conforti, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori: «Il nostro “non è un Paese per giovani”, i problemi non sono mai mancati neanche prima della pandemia ma ora sono diventati drammatici»

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EMANUELE-CONFORTI

Emanuele Conforti

 

Il Covid pesa sulle imprese dei giovani ma il coraggio non viene meno neanche nell’annus horribilis della pandemia. Sono 11.149 le imprese giovanili attive al 31 dicembre 2020 nelle Marche ( dati Camera di Commercio, Infocamere), l’anno precedente erano 11.775. Si registrano cali generalizzati in tutti i settori, un trend negativo che accomuna gli ultimi 5 anni con un decremento delle imprese under 35 di oltre 3mila aziende. A renderlo noto Confartigianato Imprese Macerata che prosegue: «A “ buttare il cuore oltre l’ostacolo” lo scorso anno sono stati 1.792 giovani che hanno aperto una impresa, le chiusure sono state 830, con un saldo positivo di 926 ( nel 2019 si era registrato un +1.214 con 2.399 iscrizioni e 1.185 cancellazioni ). Il saldo positivo è dovuto per la maggior parte ad attività legate a settori innovativi.
I comparti dove i giovani sono più presenti nelle Marche, sono il commercio e i servizi (3.124 imprese), l’agricoltura (1.477 imprese), le costruzioni ( 1.308), l’alloggio e ristorazione (1.124), le attività manifatturiere (1.048)».
«Essere imprenditori al tempo del Covid è estremamente difficile, ma abbiamo l’obbligo di guardare avanti, ad una nuova normalità  – dice Emanuele Conforti, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Marche – Noi giovani abbiamo sempre dimostrato un forte spirito imprenditoriale, con la creazione di start-up innovative, con servizi innovativi, con la creatività, la passione e il “ben fatto”. Il nostro “ non è un Paese per giovani”, i problemi non sono mai mancati neanche prima della pandemia ma ora sono diventati drammatici. Ed occorre fare in fretta con provvedimenti e strumenti che, appena superata la fase dell’emergenza sanitaria, possano farci ripartire. Ci sono tanti artigiani e piccole imprese 4.0 che fanno parte di un sistema virtuoso, che sono la spina dorsale della nostra manifattura. Dovremo puntare sempre di più sulle competenze, su un’elevata formazione.
L’Italia, nonostante questo periodo complicato, resta la seconda manifattura d’Europa. Il Recovery Plan ci offre la possibilità di fare investimenti importanti come mai erano stati fatti nella storia del nostro Paese. E’ l’occasione per accompagnare le imprese nella nuova economia post Covid sia con misure strutturali di riduzione della pressione fiscale e semplificazione degli adempimenti burocratici, sia facilitandone l’accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa».
«E’ necessario investire sulle nuove generazioni –  sottolinea Barbara Tacconelli responsabile dei Giovani imprenditori di Confartigianato Marche – con azioni e strumenti che sostengano i progetti di imprenditorialità giovanile, soprattutto sul fronte dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della valorizzazione del made in Italy».



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