di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Dalla Serbia fino a Civitanova nascosti negli scatoloni. Sono arrivati così tre cittadini afgani dopo un viaggio durato oltre 12 ore. L’addetto della dogana aprendo lo sportello ha sentito delle grida e dei colpi provenire da alcuni scatoloni. Quando li ha dissigillati da lì sono usciti tre uomini, infreddoliti, provati, ma in condizioni di salute discrete. Sono stati individuati a Civitanova questa mattina.
Si erano nascosti all’interno di un tir proveniente dalla Serbia che trasportava mobili e arredamento. Gli autisti, anche loro di nazionalità serba, hanno riferito alla polizia e al personale della dogana di non essersi accorti mai di nulla durante il viaggio. E in effetti i sigilli in piombo sono regolari e non manomessi. Un viaggio di oltre 1.200 chilometri quello fatto all’interno degli scatoloni e probabilmente i tre pensavano di essere giunti a destinazione e hanno cominciato a gridare e bussare sentendo l’apertura dello sportello da parte degli addetti. Sul posto sono arrivati subito sia i mezzi di soccorso, un’ambulanza della Croce verde di Montecosaro e Morrovalle, i soccorritori hanno avvolto i tre stranieri nelle coperte termiche e gli uomini del Commissariato di Civitanova per gli accertamenti sull’identità. I tre afgani infatti non parlano italiano e sono senza documenti. Tutti sono stati trasferiti al commissariato per il foto segnalamento. Si procederà poi anche all’accertamento sanitario tramite tampone per scongiurare il fatto che possano essere positivi al Covid-19, verranno presi eventuali provvedimenti e di si cercherà di capire come abbiano fatto ad arrivare in Italia in quelle condizioni.
I controlli della polizia sul tir
è giusto che rimangano in ͏I͏talia, se da loro cè la guerra.
Ho conosciuto una famiglia afghana, il figlio insieme ad altri due amici si erano nascosti sotto un tir, quando sono arrivati 2 erano morti e lui è rimasto paralizzato, ora la sua famiglia è venuta in Italia ,lui sta in carrozzina dopo 2 anni in istituto, vivono con la Caritas, io li ho conosciuti in casa famiglia, la mamma è una donna molto buona , prega sempre anche di notte, poi quando sono venuta via mi ha regalato un braccialetto da mercato, per ringraziarmi per ciò che avevo fatto per loro , per me quel braccialetto è come se fosse d'oro, ha un significato molto grande. Grazie Ana!!!!
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