«Nullità nell’ordinanza di Mosca,
non deve stare ai domiciliari»

INDAGINE - E' accusato di corruzione e dal 27 ottobre è costretto agli arresti in casa. Oggi si è svolta l'udienza al tribunale del Riesame. Battaglia sulla questione del prezzo eccessivo pagato dall'ospedale di Chieti per i prodotti commercializzati dall'imprenditore: «Non hanno calcolato che ben 44 su 200 valvole erano in omaggio»

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Maurizio Mosca

 

di Gianluca Ginella

«C’è una nullità nell’ordinanza della misura cautelare di Maurizio Mosca, oggi l’abbiamo sottoposta a Tribunale del riesame. Questo è un profilo che può portare ad un ricorso in Cassazione», così l’avvocato Andrea Netti, che insieme ai legali Renato Perticarari, Andrea Perticarari e Valentina Romagnoli, assiste l’imprenditore maceratese che il 27 ottobre scorso era stato arrestato con l’accusa di aver corrotto un primario dell’ospedale di Chieti per ottenere la fornitura di una valvola cardiaca commercializzata dalla sua azienda. I legali oggi hanno partecipato all’udienza in videoconferenza con il tribunale di Chieti.

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Da sinistra: gli avvocati Valentina Romagnoli, Renato Perticarari, Andrea Perticarari, Andrea Netti

C’è stata battaglia tra accusa e difesa. «Abbiamo sottolineato che l’analisi sui prezzi del valore della valvola sono sbagliati – continua la difesa –. Ben 44 su circa 200 valvole consegnate erano in omaggio, un numero enorme che riduce il prezzo delle valvole complessivamente acquistate, ma che non è stato conteggiato dalla procura, che contesta il prezzo eccessivo pagato per quei prodotti». Inoltre la difesa ha insistito sul fatto che non ci sia pericolo di inquinamento delle prove, motivo per cui il giudice dopo l’interrogatorio di garanzia aveva confermato i domiciliari: «è una motivazione debolissima: con una indagine di 10mila pagine, dove sono stati sentiti tutti quelli che si potevano sentire, cosa ci sarebbe da inquinare? Ormai l’indagine è finita» spiega Netti. La difesa poi ha giocato una carta a sorpresa: «abbiamo sostenuto la nullità dell’ordinanza. Mosca, in caso di condanna, avrebbe diritto alla sospensione cautelare, quindi non farebbe un giorno di carcere. Se un indagato ha diritto alla sospensione, non ha senso la misura dei domiciliari. Se vengono disposti, allora il gip deve motivare nell’ordinanza perché l’indagato non avrebbe diritto alla sospensione condizionale in caso di condanna. Qui però non è stato spiegato». La difesa ha chiesto la revoca della misura. I giudici si sono presi dieci giorni di tempo per decidere.

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