«Le sorti del Palazzo Ducale di Civitanova Alta non sono mai state in cima ai pensieri degli ultimi sindaci e assessori alla Urbanistica, siano essi di centrodestra che di centrosinistra, che si sono succeduti». Ad affermarlo in una nota “Città Verde”, all’indomani del sopralluogo del sindaco Ciarapica e dell’assessore Carassai nella struttura (leggi l’articolo). L’associazione: «Ciclicamente alcuni amministratori comunali tornano a parlare anche perché oggettivamente pressati dalla preoccupante situazione di degrado di Palazzo Sforza. Questa è anche una occasione per cercare di approfondire la situazione e nel limite del possibile offrire delle indicazioni».
L’associazione precisa: «Qualche chiacchiera, qualche interlocuzione con la Soprintendenza, con i condomini, qualche dovuta ordinanza relativa alla sicurezza pubblica rispetto allo stato di degrado dell’immobile, qualche rattoppo poi si torna alla situazione di degrado ma nessuna strategia di recupero del Palazzo Ducale. Insomma hanno fatto e continuano a fare il minimo sindacale e tutto continua a degradare in modo progressivo. Parliamo di un immobile che è poco meno di un quarto dell’intero centro storico – sottolineano – Certo ci sono anche delle responsabilità delle varie parti condominiali ma veramente i politici amministratori comunali pensano che i condomini piccoli o medi e alcuni con qualche “contenzioso” abbiano la forza progettuale, finanziaria per recuperarlo e riportarlo agli antichi fasti funzionali e architettonici? Se veramente lo pensano allora la situazione è più grave di quello che appare. Quello che potrebbe fare il potere pubblico locale che in urbanistica ha veri poteri è avere una strategia ,una visione per il futuro di Palazzo Ducale. Il problema è complesso, difficile ma deve essere affrontato con realismo e decisione – dichiarano gli esponenti di Città Verde – In questo quadro un ruolo importante se non decisivo è in mano alla Amministrazione Comunale che deve lasciarsi alle spalle le inerzie e la demagogia anche quella a cadenza elettorale e avere una strategia, una visione progettuale condivisa che diventa centrale per il futuro della Città Alta. Purtroppo quella visione e strategia che non è mai emersa e non è riuscita ad elaborare la spinta il sentimento dell’opinione pubblica che aspetta una proposta.
È noto che Amministrazioni Comunali che dovevano affrontare analoghi problemi o simili per complessità urbanistica e sociale si sono attrezzate dotandosi di concerto con i privati di strumenti e norme tecniche. Uno di questi strumenti sono le “Società Pubblico Private di Trasformazione Urbana” – evidenzia l’associazione – Questa società composta da vari soggetti: Comune, condomini, società immobiliare/i private in rapporto al valore dell’immobile, alle quote condominiali e capitale finanziario governa, progetta e realizza, nel rispetto dei vincoli l’immobile e se necessario cambiare in parte la destinazione d’uso dell’immobile. Questa società pubblico/privata potrebbe anche partecipare sulla base di progetti di alta qualità anche a finanziamenti della UE o di enti finanziari della stessa come la Bei (banca europea di Investimenti). Questa è una ipotesi di intervento da affinare nella quale il Comune ne sarebbe il capofila in quanto detiene il potere delle norme Urbanistiche – concludono -. Il problema oltre che la messa in sicurezza urgente e necessaria è la grave assenza di progettualità di indicazioni e l’assordante silenzio delle forze politiche di maggioranza e di opposizione. In genere e la storia lo conferma Il silenzio è anche il motore del degrado».
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