Maxi giro di riciclaggio,
scarcerata la 58enne civitanovese

INDAGINE BACKGROUND - Lucia Cocozza, va ai domiciliari. I suoi difensori (in foto l'avvocato Gabriele Cofanelli) hanno chiesto una misura più attenuata rispetto al carcere. Oggi si è svolto anche l'interrogatorio di garanzia, in cui si è avvalsa della facoltà di non rispondere

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L’avvocato Gabriele Cofanelli

 

di Gianluca Ginella

Esce dal carcere e va agli arresti domiciliari Lucia Cocozza, 58 anni, napoletana residente a Civitanova, una dei 9 arrestati dalla Guardia di finanza di Ancona in seguito ad una indagine della Dda dorica su di una presunta associazione per delinquere che avrebbe riciclato circa 130 milioni di euro. A presentare l’istanza di scarcerazione i legali della donna, gli avvocati Gabriele Cofanelli e Massimiliano Cofanelli. I legali hanno insistito su due cose: una le condizioni di salute della donna che non sarebbero compatibili con la detenzione in carcere, l’altra il fatto che la loro assistita non ricopriva un ruolo apicale nella presunta organizzazione.

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L’avvocato Massimiliano Cofanelli

Questa mattina c’era stato l’interrogatorio della donna, che vive a Civitanova, al tribunale di Pesaro. Nel corso dell’udienza si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna era stata arrestata lunedì e insieme ad altre 8 persone era andata in carcere. Per altre due persone (più uno dei 9 arrestati finiti in carcere) era stata invece disposta la misura cautelare ai domiciliari nell’ambito di una costola dell’inchiesta principale, che di indagati ne conta 146. Il giudice nell’ordinanza di scarcerazione sottolinea che pur ritenendo «Potenti ed attuali le esigenze cautelari come all’ordinanza applicativa della misura che si richiama integralmente», ha ritenuto che le condizioni di salute della donna «suggeriscono l’opportunità di declinare sulla misura gradata che sicuramente appare più adeguata a garantire la prosecuzione dei trattamenti e terapie mediche in corso», da qui la decisione di disporre i domiciliari con braccialetto elettronico». Il giudice ritiene vi sia «il gravissimo pericolo di reiterazione pressante ed attuale».

operazione-background-1-650x368Per la Dda di Ancona esisteva una presunta associazione per delinquere, creata dal montegranarese Marco Cimorosi, 46 anni, che avrebbe agito «impiegando una pluralità di società ed imprese allocate in Italia ed all’estero, al fine di consumare una serie indeterminata di reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e reimpiego in attività imprenditoriali di proventi di attività delittuose, autoriciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, presentazione di dichiarazioni rilevanti ai fini delle imposte dirette e Iva infedeli, omessa presentazione delle dichiarazioni obbligatorie». Tra gli arrestati del Maceratese ci sono Massimiliano Cimmino, 41 anni, residente a Civitanova e il padre, Pio Cimmino, 68, residente a Morrovalle,  l’argentino Maximiliano Ivan Gonzalez, 36, residente a Potenza Picena e l’ex commercialista Endrio Mancini, 54, (radiato dall’albo). Gli altri arrestati sono: Teresa De Las Mercedes Torres, 61 anni, residente a Sant’Elpidio a Mare, Domenico La Manna, 61, residente a Milano, Rodolfo Lattanzi, 57, residente a Torre San Patrizio. Gli arrestati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gian Luigi Boschi, Simone Santoro, Ivan Gori, Paolo Carnevali.

 

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