di Marco Cencioni
«In questo momento è impensabile ragionare su qualsiasi ipotesi. Si perde il contatto con la realtà se si pensa al futuro del calcio quando qui c’è in ballo la salute di una Nazione. Tutti sperano che la situazione si risolva, che si torni a vivere normalmente e che quindi anche il calcio riprenda, portando a termine i campionati. Ma al momento anche il solo ipotizzare il futuro di questa stagione è un atto privo di senso e chi lo fa non si rende conto della gravità della situazione che stiamo vivendo». Non lasciano spazio ad interpretazione le parole dell’avvocato Luigi Barbiero, coordinatore della Lega Nazionale Dilettanti. Le pronuncia a Cronache Maceratesi con il vigore di chi sente il dovere di sottolineare un concetto che a molti non sembra chiaro. Il calcio viene dopo. E se il 3 aprile è la data di scadenza dello stop, ed è chiaro che verrà prorogata vista l’emergenza coronavirus, Barbiero vuole spiegare che anche nelle stanze del “governo del pallone” ci sono ben altre priorità. «Non c’è nessuna riunione in programma a breve, prima della scadenza valuteremo in base a quelle che per noi sono la cosa più importante, e cioè le disposizioni del presidente del Consiglio – precisa – Resta l’auspicio iniziale di concludere i campionati ma è vincolato ad un futuro che non si può prevedere. Al momento la nostra partita è quella di superare questo momento difficile per tutti, in ogni ambito. Se vinceremo questa sfida allora si potrà pensare a come far ripartire tutte le attività del Paese, compreso il calcio».
E’ sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Cellini, presidente della Figc Marche. «Non siamo nella condizione di poter prevedere il futuro, di poter ipotizzare la fine di questa emergenza e dipendiamo da quanto verrà deciso dagli organismi preposti a prendere decisioni – precisa – . Dando per scontato il fatto che la scadenza del 3 aprile verrà prorogata, vista la situazione che il Paese sta affrontando, non è possibile ipotizzare scenari che prescindono dall’evolversi di questo periodo così difficile. Come comitato regionale siamo arrivati a sette partite dal termine dei campionati, escludendo la coda della stagione con i playoff e i playout. E’ chiaro che se si potrà riprendere ad inizio maggio, in modo da concludere l’attività entro il 30 giugno, si propenderà per portare a termine la stagione. Caso diverso se si dovesse andare oltre i primi di maggio e quindi sforare la data del 30 giugno, visto che a luglio è di fatto già il tempo di pensare alle iscrizioni per i campionati 2020-2021: si creerebbero le condizioni per mettere a rischio la stagione e pregiudicare quella successiva ma, ripeto, sono decisioni che dovranno essere prima valutate in ambito nazionale». In merito invece alle ricadute che la crisi generata dall’epidemia avrà nel mondo del calcio dilettantistico, che potrebbe essere frenato dalle mancate sponsorizzazioni degli imprenditori dopo lo stop forzato di alcune attività in questo periodo, Cellini spiega il suo punto di vista: «E’ chiaro che i riflessi di quello che potrà essere il quadro dopo la fine di questa epidemia toccheranno anche il calcio ma, almeno nelle Marche, la passione, l’impegno e la voglia di praticare questo sport ci parlano di numeri che possono reggere all’urto, come avvenuto in tempi di crisi economica e dopo il terremoto. In Italia siamo la regione con il più alto numero di tesserati per abitante, uno ogni 37, abbiamo circa 560 società su 237 comuni, un segno chiaro di quanto questa disciplina sia radicata ad ogni livello, dilettantistico o giovanile che sia. Questi sono numeri non sono solo il frutto delle risorse economiche ma delle iniziative, dello spirito, dell’amore che i ragazzi e i club ogni giorno mettono in campo – conclude il presidente regionale Figc -. Siamo una regione che si sa sempre ricreare nel nome dell’alto valore formativo e sociale del calcio e della fortissima passione di chi lo pratica».
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Mi spieghi Cellini come pensa che le squadre,dopo un fermo di due mesi e epidemia sicuramente non debellata ,possano riprendere gli allenamenti e rigiocare ogni 3 giorni nei mesi di maggio e giugno.
Tutti i giocatori sono dilettanti e ,amesso che abbiano potuto riprendere il lavoro ,come farebbero a giocare tutti i mercoledì? Le formazioni sarebbero rimaneggiate,i risultati falsati come del resto tutto il campionato.
Tanto vale chiudere qui, annullare il campionato,non far pagare la prossima iscrizione alle prime in classifica e ripartire con le stesse squadre,sempre che le altre trovino le risorse per iscriversi.
Con l’economia ferma e gli sponsor con fatturato a zero,chi vuoi che finanzi le squadre? Anche il prossimo campionato sarà più duro di questo probabilmente.