Nazzareno Strampelli
di Marco Ribechi
Fama planetaria per Nazzareno Strampelli. Cina, Russia, Stati Uniti e Norvegia si stanno interessando sempre più concretamente alle ricerche del genetista di Castelraimondo il cui nome è legato soprattutto all’attuale riscoperta dei “grani antichi”, nonostante la sua mole di studio sia ben più corposa. Il “Senatore Cappelli” è appunto la sua più famosa varietà di frumento duro, nata nel 1915 e tornata in auge per la produzione di specialità gastronomiche sempre più diffuse sul mercato. Tuttavia, l’importanza rivestita ancora oggi da Strampelli e dalle sue ricerche, compiute quasi un secolo fa, riguarda aspetti ben più rilevanti che spaziano dalla storia dei cereali alla lotta ai cambiamenti climatici.
Un campo di frumento
Dalla Cina un gruppo di ricercatori è impegnato a completare la caratterizzazione molecolare del gene Rht8, introdotto per la prima volta da Strampelli nel frumento migliorato. Permette di ridurre l’altezza della pianta rendendola resistente all’allettamento e di effettuare semine a maggiori profondità, necessarie per intercettare in modo più efficace l’umidità del suolo. Il lavoro dei ricercatori cinesi permetterà non solo di dare un’identità più precisa all’ultimo dei geni strampelliani rimasto ancora non caratterizzato nel dettaglio, ma anche di progredire nel miglioramento genetico del frumento al fine di ottenere varietà più adatte alla semina in ambiente caldo-arido e, più in generale, capaci di fronteggiare le insidie dei cambiamenti climatici in corso.
La copertina di una delle opere che parla di Strampelli
In Russia, la ricercatrice Olga Lyapunova, responsabile della collezione delle varietà di frumento duro dell’Istituto Vavilov di San Pietroburgo, ha pubblicato un importante articolo sulla storia del miglioramento genetico del cereale in Italia. L’articolo farà conoscere Strampelli e la sua opera ai ricercatori che si occupano di cerealicoltura in un Paese che da sempre è leader nella produzione e nell’esportazione mondiale di frumento. In California invece lo scorso luglio la University of California Press ha dato alle stampe il volume “Fruit from the sands” di Robert Spengler, direttore del laboratorio di Paleoetnobotanica del Max Planck Institute for the Science of Human History di Jena (Germania). Il libro, dedicato alla storia delle colture che sono giunte anticamente in Europa dall’Oriente lungo la Via della Seta, menziona in alcune pagine anche le presunte origini asiatiche delle caratteristiche genetiche possedute dal grano di Rieti, mostrando il ruolo avuto da questa varietà nel lavoro di miglioramento genetico compiuto da Strampelli.
Sergio Salvi
Infine è ormai imminente l’uscita della seconda edizione del libro “Our daily bread” dell’agronomo norvegese Asmund Bjornstad. Il volume, dedicato alla storia dei cereali uscirà in primavera in lingua norvegese, mentre per l’edizione in inglese occorrerà attendere la fine di quest’anno. «Le ricerche di Strampelli sembrano interessare molto i ricercatori stranieri – spiega il biologo e biografo di Strampelli Sergio Salvi – poiché in molti mi contattano per avere fonti su cui basare le ricerche. Ccontinuo ancora a collaborare con Mark Tauger, professore di Storia presso la West Virginia University che dedicherà a Strampelli un intero capitolo del suo volume e sono stato partecipe di altri studi di rilievo condotti da ricercatori di vari Paesi».
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