Reggaeton per l’addio a Cristina,
musica e lacrime al funerale

CIVITANOVA - Inconsolabile la nonna della 25enne morta sugli sci, che si getta sul feretro. L'amica del cuore dona una rosa bianca al sindaco da piantare nei giardini di piazza per ricordarla: «Sei un seme di luce dentro di noi». Don Waldemar Niedziolka: «Quanta delicatezza serve per asciugare una lacrima, occorre unire il nostro pianto al suo»

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La nonna Dina e il papà Carlo

 

di Laura Boccanera (foto di Federico De Marco)

Il reggaeton e le canzoni amate hanno accompagnato l’abbraccio collettivo a Cristina Cesari. “Angels” di Robbie Williams, ma anche quelle che ballava e cantava con la migliore amica, da “Come Mai” a “Una volta ancora” di Fred De Palma, fino a “Il cielo in una stanza” che anche la mamma intona davanti alla bara fra le lacrime e i ricordi.

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Cristina Cesari

La musica è stata la chiave per dare conforto agli amici e ai familiari della bella assicuratrice civitanovese scomparsa a 25 anni a Madonna di Campiglio dopo una terribile caduta con gli sci. Questa mattina nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice si sono svolti i funerali della ragazza, tornata ieri da Trento dopo che i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi, un gesto di enorme generosità. E quella sua gioia di vivere ha toccato il cuore di quanti la piangevano. L’amica del cuore Francesca Febbo ha consegnato al sindaco una rosa bianca affinché venga piantata nei giardini di piazza XX Settembre. All’uscita del feretro Ettore e Piero hanno suonato alcuni brani dedicati alla 25enne, un piccolo concerto in suo onore che amava tanto girare per locali anche con la mamma al seguito.

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Ettore e Piero intonano “Il cielo in una stanza”

Molto toccante, curata e soppesata in ogni parola e frase la cerimonia religiosa officiata da don Waldemar Niedziolka: «E’ difficile pronunciare parole che possano scendere nel cuore e diminuire la sofferenza – ha detto nell’omelia – sentimenti ed emozioni sono più forti del ragionamento e della riflessione, solo il silenzio, le lacrime e la preghiera sono gli atteggiamenti più rispondenti per la morte di Cristina che era in piena vita. Le lacrime ci riconsegnano in parte la persona amata. Mai si può dimenticare qualcuno con cui abbiamo riso e pianto. Quanta delicatezza serve per asciugare una lacrima, occorre unire il nostro pianto al suo. Certe realtà si vedono solo con gli occhi puliti dalle lacrime. Esse sono tanto preziose, Dio non ne lascia cadere nemmeno una, le raccoglie tutte. Le lacrime sono una preghiera silenziosa».

funerale-cristina-cesari-10-325x244All’inizio della cerimonia la nonna Dina quasi non riesce ad andare avanti, qualcuno cerca di sorreggerla, è affranta, è il parroco a trovare le parole adatte: «E’ difficile accettare il lutto di una figlia in un’età così giovane, si spezzano sogni e progetti. Muore una parte della vostra vita, il mondo sembra crollare addosso. Ogni genitore si aspetta che i figli sopravvivano alla propria morte, ma sopravvivere ai figli è come morire con loro»  e poi rivolto ai tanti ragazzi presenti «cari giovani ascoltate il Signore, con lui si può giocare tutta la vita sorretti e abbracciati dalla sua presenza, è sostegno nella fatica, speranza nel buio. Muore il corpo non l’anima, la morte crea il distacco ma non chiude la possibilità di rapportarci ancora con coloro che sono nel nostro cuore».

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La mamma Lorella e il papà Carlo Cesari

Al termine dell’omelia l’amica ha distribuito una lettera letta dal pulpito e donato al fratello di Cristina, alla nonna e al sindaco una rosa bianca da piantare: «Alcune cose attraversano le barriere del corpo e della mente e arrivano al cuore, sono i valori – c’è scritto – sono l’amore per la tua famiglia, la nostra amicizia, la bellezza interiore che emanavi dal tuo viso di porcellana, la gioia di vivere. Cadendo quel giorno ti sei piantata come un seme di luce dentro di noi. Sei in ogni nota di hip hop e reggaeton, sei in ogni profumo, in ogni rossetto. Sei il cucchiaio di dolce che mangeremo insieme, nelle canzoni cantante a squarciagola e nei dettagli più femminili di ogni ragazza. Sei la rosa bianca che ognuno di noi farà crescere e sbocciare ad ogni primavera». All’uscita della Chiesa, gremita da oltre 600 persone la bara sosta davanti la scalinata. Ettore e Piero suonano “Angels”, la nonna si sdraia sopra il feretro: «Come si fa a sotterrare una figlia così» – singhiozza devastata dal dolore. Il papà Carlo si porta le mani sul volto, poi le chitarre intonano “Il cielo in una stanza”, canzone preferita di Cristina che cantava con la mamma. Lorella per un attimo ritrova quei momenti di intimità con la sua bambina e tra le lacrime sussurra le parole “io vedo il cielo sopra noi che restiamo qui abbandonati come se non ci fosse più niente al mondo».

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica e Barbara Capponi assessore alla famiglia

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