In aula, ad ascoltarla, c’erano una quindicina di amiche che avevano appuntato un nastrino rosso per dire no alla violenza sulle donne. Lei, nel corso dell’udienza al tribunale di Macerata, ha riferito di quello che è avvenuto nel maggio dello scorso anno al Sottocorte village di Camerino. Il 6 maggio l’imputato, Luca Vincenzo Di Luca, 56enne di Montesilvano, di origine Venezuelana, aveva raggiunto Camerino e poi si era piazzato di fronte al negozio della donna, con cui oltre venti anni fa aveva avuto una relazione. Aveva anche chiesto di parlare con lei e nonostante l’arrivo dei carabinieri non si era allontanato.
Il giorno seguente l’uomo era entrato armato di un coltello e lei si era rifugiata nel bagno. Una commessa aveva cercato di aiutarla e il 56enne l’aveva ferita alla mano con il coltello. Poi le minacce alla ex che era nel bagno: «ti ammazzo» e l’intervento dei carabinieri che lo avevano arrestato. Ora l’uomo è imputato per stalking, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale al tribunale di Macerata. La vittima, che a causa dello choc subito aveva riportato una prognosi di 21 giorni, è stata sentita lo scorso venerdì in tribunale, alla presenza del suo legale, l’avvocato Luca Belardinelli e delle amiche che hanno deciso di sostenerla presentandosi in udienza con un nastrino rosso appuntato sui vestiti. «Non mi sento tutelata – ha detto piangendo -, questa non è vita. Per un periodo sono andata in giro con la bomboletta antiaggressione. Io sono 25 anni che sto agli arresti». La donna nel corso degli anni aveva sporto diverse denunce verso il 56enne, un uomo che avevano conosciuto quando lei aveva vent’anni e con cui aveva avuto una relazione di pochi mesi.
(Gian. Gin.)
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