foto d’archivio
‘Spese facili’ del Consiglio Regionale: la Cassazione annulla la sentenza con cui la Corte d’Appello aveva assolto l’ex governatore Gian Mario Spacca, l’ex vicepresidente dell’Assemblea legislativa Giacomo Bugaro, l’ex segretario regionale Pd Francesco Comi, l’ex capogruppo di Sel Massimo Binci e l’ex addetto al gruppo Pd Oscar Roberto Ricci. La decisione dei giudici ermellini è arrivata questo pomeriggio, accogliendo dunque il ricorso presentato dal procuratore generale Sergio Sottani. Con l’annullamento del verdetto, la Cassazione ha rinviato il processo alla Corte d’Appello di Perugia. Si ricomincia dal secondo grado, dove i giudici dovranno vagliare le singole contestazioni mosse ai cinque, accusati di peculato. Spacca, Comi, Bugaro, Binci e Ricci facevano parte dei 66 rappresentanti del Consiglio Regionale finiti nel mirino della procura. In primo grado, avevano deciso di procedere con il rito abbreviato. E a settembre 2016 era arrivata l’assoluzione. In appello ci si è arrivati con l’impugnazione della procura. Ma anche in secondo grado i cinque sono stati assolti. Il verdetto è dello scorso febbraio. Con la sentenza della Cassazione, è ancora tutto in ballo. Proprio la Cassazione aveva annullato i proscioglimenti con cui il gup Francesca Zagoreo aveva scagionato 61 persone, tra ex consiglieri e addetti ai gruppi. Si è dunque proceduto a una nuova udienza preliminare con 60 imputati (l’ex Idv Andrea Filippini è definitivamente uscito dal processo): cinque hanno fatto l’abbreviato e in 55 sono stati rinviati a giudizio lo scorso novembre. I riti alternativi hanno riguardato Francesco Acquaroli, Lidio Rocchi, Stefania Benatti, Adriana Mollaroli e Giovanni Zinni. Solo Acquaroli è stato assolto.
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