Nuova vita per l’archivio notarile,
20 anni per l’inventario

CAMERINO - Un lavoro lungo e intenso che sarà presentato il 6 febbraio alle 16 nella sezione dell'Archivio di Stato. Si tratta di oltre 9mila documenti, databili dal 1372 al 1816

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L’archivio notarile di Camerino

 

Ci sono voluti ben venti anni, ma alla fine l’inventario dell’inesauribile archivio notarile di Camerino, custodito nella sezione di Archivio di Stato dal 1970 (la sezione era stata istituita nel 1967), è stato completato. È stato un lavoro complicato e improbo, quello portato avanti da Daniela Casadidio con l’ausilio tecnico-informatico di Attilio Lucarini, entrambi addetti all’Archivio di Stato di Camerino. Si tratta di 9.395 documenti notarili, compilati nell’arco di più di quattro secoli da 3.482 notai: per dare una pallida idea del lavoro, è bene sapere che ogni “pezzo” può constare di migliaia di pagine, sfogliate una ad una dagli inventariatori. Si tratta di documenti “sopravvissuti” alla storia non sempre in condizioni ottimali. L’archivio riordinato sarà presentato al pubblico giovedì 6 febbraio, alle 16, nella sezione di Archivio di Stato di Camerino in via Viviano Venanzi. Parleranno la riordinatrice Daniela Casadidio e il professor Rossano Cicconi, studioso del settore.

La datazione degli atti inizia nel 1372 per arrivare al 1816: tutti atti scritti rigorosamente a mano, con grafie spesso di difficilissima lettura e redatti da inchiostri che talvolta, per non essere idonei, hanno causati danni al documento. L’inventario redatto da Casadidio e Lucarini è composto da un indice analitico e da altri per ordine cronologico, di notaio, di nomi, luogo di residenza o provenienza delle parti stipulanti e di piazza (luogo) di stipulazione. Dove mancavano le copertine ne sono state ricostruite di neutre, cioè di cartone; altri codici (in termine tecnico si chiamano “bastardelli”) sono invece ricoperti da pergamene più antiche, d’epoca ancora più risalente, numerose essendo quelle che possono datarsi al Duecento. Una lettura sistematica degli atti, che racchiudono la vita minuta della comunità camerinese nella storia di quei secoli, costituirebbe una fonte inesauribile per completare tante informazioni, sulle famiglie, le proprietà, l’economia e persino i sentimenti di migliaia e migliaia di soggetti.
Lo studioso Elio Lodolini definisce quello di Camerino come “il più ricco tra i 207 archivi notarili della regione”. Fino al 1970 il notarile era custodito, in stato di precarietà estrema, in locali al piano terra del Palazzo ducale, soggetto a infiltrazioni di umidità e ad altri rischi. Proprio tale precarietà aveva indotto il professore Cartechini a richiedere il versamento immediato della parte più deteriorata del materiale documentario, in deroga alle norme circa la necessità della previa inventariazione che, infatti, si è conclusa solo dopo cinquant’anni.



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