Passaggio di Cingoli in Area vasta 3,
il sindaco: «Messinscena politica»

SANITA' - La Giunta ha ribadito i propri dubbi sul trasferimento dal polo di Ancona a quello di Macerata durante l'assemblea che si è tenuta a Fabriano in presenza del dirigente generale dell'Asur, Nadia Storti. Il primo cittadino chiede garanzie sul reintegro dei posti letto e sull'efficenza del Punto di primo intervento
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L’ospedale di Cingoli

 

Passaggio di Cingoli in Area vasta 3, aumentano i dubbi della Giunta comunale sullo spostamento delle funzioni ospedaliere. Si è conclusa nel tardo pomeriggio a Fabriano l’assemblea dei sindaci dell’Area vasta di Ancona. Sul tavolo, oltre ad altri temi, si è affrontato il trasferimento dei comuni di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino nell’Area vasta 3 di Macerata, da quella di Ancona. Nel dibattito hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Jesi, Massimo Bacci, il sindaco di Castelfidardo, Roberto Ascani, il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, e alcune organizzazioni sindacali. Presenti anche il direttore di Area vasta 2, Giovanni Guidi, e il dirigente generale dell’Asur, Nadia Storti. Il cambio di Area vasta comporta – ha sottolineato il direttore generale – che nel bilancio unico dell’Asur Marche, la quota finanziaria dell’ospedale di Cingoli sarà trasferita a Macerata. La stessa Storti ha poi aggiunto di aver insediato tre gruppi di lavoro, i quali entro la fine di gennaio dovranno delineare in che forme avverrà tale passaggio amministrativo. «Infatti – si legge in una nota del Comune di Cingoli – se risulta agevole provvedere a trasferire le funzioni della degenza ospedaliera, dell’emergenza e dell’attività ambulatoriale specialistica, problemi sorgono per altri settori come la medicina di prevenzione. Per il trasferimento e la riorganizzazione della prevenzione, delle cure primarie e dell’assistenza sanitaria domiciliare, occorreranno molti mesi e tantissimo lavoro. In aggiunta – continua la nota – si dovranno risolvere gli aspetti dell’assegnazione dei medici di medicina generale, l’individuazione delle misure sulle cure primarie e sul servizio di pediatria». Tra i temi delicati anche la certificazione sanitaria in materia di produzione di carne biologica dell’azienda Fileni di Cingoli. «Un quadro più preciso – ha aggiunto Guidi – si avrà a fine gennaio».

Alla specifica domanda del vice sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, in merito alla data di quando verranno riaperti tutti i posti letto e riavviata la funzionalità del punto di primo intervento a Cingoli, i responsabili hanno risposto che l’Area vasta di Ancona e di Macerata coopereranno per inviare del personale condiviso. Un passaggio, quello di Cingoli all’Area vasta di Macerata, che non è stato gradito dal sindaco di Jesi, che si è dichiarato disponibile alla raccolta delle firme necessarie per il referendum abrogativo della legge regionale, proposto da Saltamartini. Infine, sul tema del riconoscimento della condizione di “plesso ospedaliero disagiato” per il nosocomio di Cingoli, con il conseguente diritto di avere un Pronto soccorso e un reparto medicina, né il direttore Guidi né la dirigente Storti si sono pronunciati. «C’è solo da chiedere al Pd e alla Giunta regionale – ha detto il sindaco di Cingoli, Michele Vittori – se ne valesse la pena di mettere in piedi questa messinscena politica, invece di preoccuparsi della riapertura dei posti letto chiusi per ferie a giugno e dell’efficenza del Punto di primo intervento. Proseguiremo sulla strada intrapresa, non senza valutare la possibilità di istituire un comitato referendario dei provvedimenti adottati dalla Giunta Ceriscioli. Abbiamo un urgente bisogno di vedere i fatti, perché siamo veramente stanchi di tutte queste parole – ha concluso Vittori – dette senza tener conto dei veri bisogni dei cittadini».



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