Il rendiconto dei rimborsi comunali durante l’incontro di questa mattina organizzato da Gian Mario Mercorelli e Martina Cicconetti, del Movimento 5 Stelle di Tolentino
di Giacomo Gardini
«Su un campione di circa 200 rimborsi le modalità di liquidazione in Comune non convincono affatto». E’ quanto denunciano i consiglieri del Movimento 5 stelle di Tolentino Gian Mario Mercorelli e Martina Cicconetti. Pranzi e cene, sempre negli stessi locali, ricariche telefoniche, carburante, viaggi e addirittura un crocifisso tra gli indennizzi pagati dalle casse comunali. Tanto che i pentastellati si chiedono se non ci sia un vero e proprio caso di spese pazze in Comune.
Gian Mario Mercorelli e Martina Cicconetti (M5s)
Durante l’incontro di questa mattina i due esponenti grillini hanno mostrato i rimborsi. «Soltanto i casi più rappresentativi. Ce ne sono molte altre – dice Cicconetti -. Tutte accomunate da un unico fattore: i rimborsi sono stati spesso liquidati senza un’apposita determina». «Abbiamo consultato le bollette dei rimborsi – spiega Mercorelli -, o almeno quelle dal 2016 ad oggi, dato che le altre sono ancora nella sede inagibile del Comune. Naturalmente non spetta a noi stabilire se si tratti o meno di illecito, bensì alle autorità competenti. Il nostro unico intento è quello di informare la cittadinanza sulla nostra attività di monitoraggio, scattata nel settembre scorso». Molti dei documenti che potrebbero giustificare i rimborsi, sottolineano i due consiglieri, mancano all’appello, «quando proprio l’articolo 84 del Tuel – spiega Cicconetti – sancisce che non è possibile richiedere un indennizzo all’economo comunale senza tutta la documentazione necessaria. Inoltre, nella maggioranza dei casi, si tratta di pasti per missioni istituzionali, che tuttavia non possono essere svolti nel territorio comunale. Per farla breve, è possibile richiederlo per un pranzo a Roma, ma non qui a Tolentino». Oltre allo scontrino, come previsto dal Tuel, è fondamentale riportare il numero dei partecipanti e le ragioni dell’incontro. Ma «spesso mancano i nominativi, o addirittura gli scontrini stessi», aggiungono i grillini.
Cicconetti con il faldone delle 200 bollette consultate
«Il problema è gigante – dice Mercorelli – perché la quantità dei meeting organizzati dal Comune al ristorante, per l’organizzazione di feste o manifestazioni, sono tantissimi. Un caso: a due mesi dal premio Ravera, nel giro di due giorni ci sono state due cene ed un pranzo, per una spesa di 96, 170 e 270 euro. Ma non sono mai stati indicati i partecipanti che, com’è possibile dedurre dagli scontrini, vanno dalle otto alle 15 persone». Un altro caso emblatico riguarda la vicenda della donazione per il campus scolastico da parte dell’Arpa Foundation (leggi l’articolo), poi sfumata. «Abbiamo recuperato tre biglietti del treno – spiega Cicconetti – risalenti al 30 novembre 2018, tratta Foligno-Roma, andata e ritorno, per firmare la convenzione della donazione. Uno è a nome del sindaco Giuseppe Pezzanesi, gli altri due entrambi con il nominativo di Paolo Cristiano, segretario comunale. La cosa è un po’ strana già da sé. Nella causale del rimborso, però è specificato che la terza persona era un tecnico incaricato. Abbiamo chiesto spiegazioni agli uffici comunali e ci è stato detto che si trattava dell’architetto Ubaldo Severini, incaricato dall’Arpa Foundation, quindi non interno al Comune. Quindi mi chiedo, perché abbiamo rimborsato il viaggio di un tecnico incaricato da un altro ente?».
I presenti all’incontro
E poi il rimborso (di 28 euro), richiesto da Carmelo Ceselli, presidente del Consiglio comunale, per un crocifisso da esporre in sede di consiglio. Lo stesso Ceselli, di ritorno da una manifestazione ad Arcevia, ha ottenuto l’indennizzo per un pranzo a Serrapetrona, per due persone: «Avrebbe potuto chiederlo se avesse pranzato ad Arcevia – sottolinea Mercorelli – oppure per il carburante della trasferta. Ormai il viaggio era concluso, e oltretutto il pasto è per due persone, senza indicare chi fosse l’altra». «Cene dopo il premio Ravera – continua Mercorelli – giustificate da scontrini non fiscali. Più scontrini per cene avvenute nella stessa serata, come se gli invitati, quasi mai indicati, abbiano mangiato due volte. All’appello ci sono anche ricariche telefoniche da 50 euro “per esigenze lavorative” ad un dipendente comunale e 400 euro, senza nessuno scontrino, al direttore di Biumor, riportati come “spese di rappresentanza”, ma senza specificare quali. Addirittura rimborsi ad un “volontario” comunale». «Non abbiamo fatto altro – dice Cicconetti – che riportare quanto emerso dal nostro studio. Una settimana dopo le nostre consultazioni, alcuni dati sono stati aggiunti e aggiornati fortunatamente. Ma i casi sono tantissimi, tutti caratterizzati dalla stessa imprecisione nel riportare le causali delle spese rimborsate». «Abbiamo fatto riferimento a chi dovrà decidere in merito alla questione – conclude Mercorelli – presentando un esposto alla Corte dei conti per segnalare queste situazioni anomale».
Le cifre dei rimborsi ad un volontario del Comune
Il rimborso al direttore Biumor
I biglietti del treno, collegati alla vicenda dell’Arpa Foundation
Il rimborso di 28 euro per l’acquisto di un crocifisso
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