Lascia la pallanuoto per seguire gli studi
ma il richiamo dell’acqua è forte:
«Mi sono rituffata in Olanda»

TOLENTINO - Cristina Casadidio è stata per 8 anni capitano della squadra cittadina di pallanuoto. Poi il trasferimento alla Utrecht University, considerata tra le migliori accademie d’Europa in campo farmaceutico dove ha ripreso anche il suo sport

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Cristina Casadidio in acqua

di Francesca Marsili

L’acqua è sempre stato il suo elemento, e la chimica Cristina Casadidio la conosce bene. Dopo tredici anni come pallanuotista nel ruolo di difensore centrale, di cui otto da capitano della squadra femminile di Tolentino, decide di attaccare al chiodo costume e calottina per continuare i suoi studi all’estero. Ma l’elemento torna, e lei si ritrova di nuovo in acqua, con la palla in mano, nella compagine olandese dell’Utrecht, la città universitaria dove Cristina Casadidio ha deciso di proseguire il dottorato in Chemical and Pharmaceutical Science. cristina_casadidio-1-e1575480552492-325x307Tolentinate, classe ‘91, si è laureata all’Università di Camerino nell’ottobre del 2017 in chimica e tecnologia farmaceutiche. Aveva quindici anni quando iniziò a giocare a quello che gli inglesi chiamano water-polo, e lo ha sempre fatto nella squadra della sua cittadina, Tolentino. Poi la decisione di smettere, nel giugno dello scorso anno, a fine campionato, quando la Pallanuoto Tolentino, approdata in categoria A2, richiedeva un impegno maggiore per via delle trasferte in tutto il territorio nazionale. Troppo gravoso e inconciliabile con il dottorato che Cristina stava iniziando a Camerino. Ad aprile di quest’anno la giovane universitaria, ha la possibilità di proseguire i suoi studi all’estero e sceglie appunto l’Olanda, precisamente la Utrecht University, considerata tra le migliori accademie d’Europa in campo farmaceutico. Oltre alla prestigiosa Università, la città di Utrecht possiede anche una tra le squadre più forti in ambito europeo per quanto riguarda la pallanuoto femminile. «Dovendo trascorrere almeno un anno ad Utrecht ho pensato che un buon metodo per poter conoscere persone ed inserirmi in una nuova realtà fosse quello di iniziare a partecipare a qualche allenamento di pallanuoto –  racconta Cristina –  Ho contattato il tecnico della nazionale giovanile italiana Giacomo Grassi che mi ha messo in contatto con il tecnico della nazionale giovanile olandese ed allenatore della squadra femminile Utrecht». Molto più di un semplice allenamento, la tolentinate in questa parentesi tra i mulini a vento, ha ripreso il suo ruolo difensivo e gioca nella seconda squadra della Utrech Uzsc.
cristina_casadidio-3-325x183«Mi alleno due ore al giorno per cinque giorni alla settimana, il livello tecnico è alto e richiede impegno. Le ragazze sono cordiali anche se il fattore lingua è limitante. L’allenatore spiega in olandese, e non sempre comprendo, ma fortunatamente, in squadra c’è una ragazza che conosce bene l’italiano perché ha giocato molti anni col Rapallo e mi aiuta. Fuori dalla piscina, tutti parlano inglese, non è semplice ma fattibile – racconta Cristina- Nonostante qui, le sirene ammaliatrici siano molte perché i cervelli italiani sono estremamente ricercati, tornerò quasi certamente in Italia dove si vive troppo bene. E’ grazie alle mie docenti Unicam. Piera di Martino e Roberta Censi, responsabili del mio corso di dottorato e del gruppo di ricerca per il quale lavoro, se ho avuto  l’opportunità di iniziare questo periodo qui in Olanda – conclude Cristina- Sono soddisfatta, il dottorato è impegnativo e importante ed allenarsi contemporaneamente richiede tanti sacrifici ma lo devo in primis alla mia famiglia che mi ha spronata e supportata in questa magnifica esperienza che mi ha regalato anche la possibilità di rimettere il costume e tuffarmi nell’altra mia grande passione, la pallanuoto».

 

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