Archiviata l’indagine per la morte di Claudia Bartolozzi, il gip del tribunale di Macerata, Domenico Potetti, non ha accolto la richiesta del legale dei famigliari di Claudia, che chiedevano la riapertura delle indagini ritenendo che si sia trattato di un omicidio volontario. L’udienza di opposizione all’archiviazione si era svolta lo scorso lunedì al tribunale di Macerata. Il giudice Domenico Potetti, valutati gli atti, ha deciso di non disporre nuove indagini sulla morte della donna di Corridonia, trovato senza vita all’interno della sua auto che era stata avvolta dalle fiamme (la vicenda risale al 2009) in contrada Alberotondo, a Macerata.
L’avvocato Alessandro Caruso Frezza, che aveva fatto realizzare una nuova consulenza calligrafica, ha commentato: «Una decisione inaspettata e che lascia amareggiati tutti. Ora sarà la Corte Europea di Strasburgo a decidere – dice il legale che assiste – Siamo molto dispiaciuti di questo esito, che non ci aspettavamo ma non desisteremo. Proporremo ricorso dinanzi alla Corte europea di Strasburgo per lesione reiterata del diritto ad avere indagini effettive. Nessuna indagine effettiva è stata fatta dieci anni fa. Nessuna indagine effettiva è stata fatta ancora oggi. E’ stata, invece, reiterata la fiducia in una perizia grafologica errata, fatta eseguire dieci anni fa, su scritture diverse rispetto a quelle espressamente indicate (testualmente: “due bigliettini manoscritti ed un blocchetto degli assegni recanti le sole matrici, appartenenti alla persona defunta”) dalla stessa questura di Macerata – Squadra Mobile, nella nota inviata il 30 ottobre 2009, dal dirigente della Squadra mobile. Nessuno ha ancora spiegato e provato che la scrittura sulle matrici del libretto degli assegni di Claudia Bartolozzi non è la sua e nessuno ha cercato chi mai avrebbe scritto e compilato le matrici e gli assegni di Claudia Bartolozzi. Razionalmente e per massima di comune esperienza – chi mai avrebbe potuto apporre le annotazioni su quelle matrici, che poi risultano essere state apposte con indicazioni puntuali e specifiche, se non la stessa Claudia Bartolozzi, per ricordarsi le occasioni che avevano indotto l’emissione dell’assegno collegato a quelle matrici? Né la Procura, né il gip del tribunale di Macerata lo hanno detto o spiegato. Perché confrontando quella scrittura sulle matrici degli assegni con quella recata sul biglietto trovato sul tavolo della cucina, risulta, dalla nostra nuova perizia grafologica effettuata e che si sarebbe dovuta prendere in adeguata considerazione, che Claudia non si è suicidata».
Morte di Claudia Bartolozzi, «Sviste e documenti errati: pm portati sulla pista sbagliata»
Nuove indagini sulla morte di Claudia, il giudice si riserva di decidere
Morte di Claudia Bartolozzi, nuova udienza davanti al Gip: «E’ stato un omicidio premeditato»
«Il biglietto d’addio di Claudia? L’ha scritto chi la uccise»
Il giallo di Contrada Alberotondo: non si esclude l’ipotesi omicidio
Si sta tentando di ricostruire le ultime ore di vita di Claudia I genitori: “Vogliamo la verità”
che fine ha fatto quel signore che stava il giorno del fatto a Verona....avrà avuto da dire con qualcuno....di fatti strani nè succedono tanti....all'epoca non si parlava di donne uccise....sarà uno di quei casi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Faranno il remake di” Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Solo che qui non si fanno indagini perché, dicono che non ci sia nessun sospetto. E’ del tutto assurdo, sempre che la veridicità dell’avvocato non possa essere smentita con prove alla mano ( la lettera di addio non scritta dalla Bartolozzi ecc…)per cui il caso non merita di essere aperto?