Indagine sullo spaccio di droga a Cingoli, uno degli indagati davanti al gup: oggi l’udienza è stata rinviata al 22 aprile, giorno in cui si svolgerà il processo con rito abbreviato. Diverse erano le persone finite nell’indagine dei carabinieri su presunti episodi di spaccio di droga nel comune maceratese. Tra questi, il 23enne Jamal El Montaser, di origine marocchina. Il giovane, che lo scorso aprile era stato arrestato insieme ad altri tre giovani (era andato ai domiciliari) doveva rispondere di spaccio di marijuana ad un altro degli indagati e di tentata estorsione (voleva ottenere il pagamento dello stupefacente).
Il giovane secondo l’accusa avrebbe minacciato l’altro di andarlo a cercare e di picchiarlo. Minacce che avrebbe fatto mentre erano in corso intercettazioni dei carabinieri. A Jamal viene contestato di aver detto cose come: «vengo a casa tua e ti faccio uscire da lì e ti picchio, ti calpesto con i calci» e anche «pigliali stasera sennò vengo su e te gonfio». Fatti che sarebbero avvenuti tra il 28 dicembre 2018 e il 24 gennaio 2019. Oggi si è svolta l’udienza davanti al Gup Claudio Bonifazi, per Jamal, difeso dall’avvocato Luca Pascucci, il 22 aprile si svolgerà il processo con abbreviato. L’indagine dei carabinieri, detta Shelter, era nata da un furto fallito (nell’ottobre del 2018) da cui erano partite investigazioni che avevano portato i carabinieri del comando di Cingoli a individuare un giro di spaccio di droga a Cingoli: marijuana, cocaina e hashish. Per gli altri indagati sono in corso procedimenti separati. I militari avevano ricostruito un giro di droga che avrebbe resto 40mila euro in sei mesi.
(Gian. Gin.)
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